Trovare una cucciolata di volpi non è proprio una cosa da tutti i giorni. Ma a volte l’occasione si presenta quando meno te lo aspetti. Ero a fotografare stambecchi nel Parco Nazionale del Gran Paradiso quando vidi e seguii una volpe che già conoscevo per la sua intraprendenza. La persi di vista però quasi subito, e dopo una vana ricerca, ero sul punto di darmi per vinto quando, alzando gli occhi, la vidi a un centinaio di metri sopra una roccia con due cuccioli (scoprii in seguito che ne aveva sei).
Fu l’inizio della mia avventura. La mia priorità innanzi tutto fu la salute, la tranquillità e il rispetto della cucciolata. Quando li vedevo timorosi o agitati per chissà quale ragione, mi allontanavo accontentandomi di osservarli. Ma queste “delusioni” venivano ripagate anche da giornate indimenticabili, come l’allattamento dei cuccioli e i giochi delle piccole volpi a pochi metri da me, o il riposare insieme al cucciolo più intraprendente nel periodo in cui si stava allontanando dalla tana. Arrivò purtroppo anche la malinconia quando a ottobre non li vidi più. L’ultimo ricordo? Lo sguardo di una magnifica volpe in abito invernale, a dicembre, fra le rocce innevate. In cuor mio era uno dei “miei”cuccioli.
Roberto Marcon, fotografo e autore
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