Le corse amatoriali dei cani sono legali, ma dal punto di vista di chi ha cuore il benessere dei cani quest’attività non può che avere conseguenze negative per i levrieri. E costringere un cane a correre in tondo per gareggiare non è moralmente accettabile. Per questo l’associazione Pet levrieri Italy dice no alla costruzione della pista e ha lanciato una petizione online.
La petizione di Pet levrieri Italy chiede di ritirare la concessione per la costruzione di una pista per levrieri a Maserada sul Piave, che ha dato in concessione all’Enci un’area nel parco Parabae allo scopo di costruire una pista ovale. La concessione ha una durata di 15 anni. L’idea del Sindaco, come dichiarato sugli organi di stampa, è di attrarre appassionati da Austria, Slovenia e Croazia e avere una ricaduta economica positiva sulle strutture ricettive e sulla ristorazione.
Dal punto di vista legale, non c’è niente di illecito, dal momento che la pista sarebbe dedicata a corse amatoriali, però i portavoce dell’associazione fanno notare che la struttura potrebbe incentivare comportamenti illegali come le scommesse, al di là della volontà degli organizzatori.
Inoltre, la presenza di questa pista potrebbe incentivare l’importazione di greyhound da Paesi come l’Irlanda, alimentando il commercio di cani da corsa che sfrutta ed elimina migliaia di cani ogni anno.
La riduzione dei levrieri a macchine da corsa
Alla base delle competizioni di racing c’è un equivoco, ovvero che i levrieri siano per natura cani da corsa. L’idea che i levrieri siano principalmente corridori e che si divertano a correre in pista o dietro a un pupazzo di lepre è un falso. I levrieri nascono come cani da caccia. Il coursing e il racing sono attività inventate dall’uomo, le cui logiche poco hanno a che vedere con la natura dei levrieri. Tralasciando l’orrore del coursing con lepre viva, ancora praticato in Irlanda, Spagna e Portogallo, nel coursing con lepre meccanica i cani fanno almeno due cose innaturali, cioè competere e seguire un oggetto meccanico.
Nel racing, l’aspetto competitivo è accompagnato da una tipologia di corsa ancora più innaturale, cioè girare in tondo.
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