È stata pubblicata l’ultima versione della lista Rossa IUCN (International Union for Conservation Nature) dedicata alla situazione dei vertebrati italiani, aggiornamento dell’analogo lavoro uscito nel 2013 (Rondini et al., 2013).
Come noto il nostro Paese, per la sua posizione biogeografica orientata Nord-Sud (da 47° 29’ N a 35° 29’ N), la notevole escursione altitudinale, (da 0 ai 4810 m s.l.m. del Monte Bianco, la vetta più alta d’Europa) e la complessità geologica e orografica, presenta una grande varietà di climi e ambienti naturali.
Di conseguenza l’Italia mostra un’elevata biodiversità, con migliaia di specie endemiche tra le piante vascolari e anche tra la fauna, dove circa il 10% è costituita da specie tipiche solo del nostro Paese (Blasi et al. 2005).
La ricca diversità di specie animali e vegetali presente nelle nostre regioni è soggetta da tempo alle più svariate minacce dovute all’attività antropica, in un territorio dove la densità media di popolazione umana è attualmente di 202 abitanti/kmq, più alta della media della già popolosa Europa.
Il mantenimento e l’aggiornamento periodico della IUCN Red List of Threatened Species o Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate è l’attività più importante condotta dalla Species Survival Commission della IUCN ed è un utile strumento scientificamente riconosciuto per monitorare lo status delle popolazioni delle diverse specie selvatiche al fine di poterne predisporre, opportunamente, adeguate misure di conservazione.
I vertebrati in Italia
Nel corso del presente aggiornamento sono state monitorate 700 specie di vertebrati terrestri o d’acqua dolce, contro le 672 dell’edizione precedente.
La comparazione delle valutazioni condotte per tutti i gruppi di vertebrati può essere sinteticamente riassunta nei due grafici seguenti, dove sono riportate le percentuali delle singole categorie di minaccia.
Come si nota, a fronte di un leggero aumento della disponibilità di informazioni raccolte (DD), è anche aumentata, seppur di pochissimo, anche la situazione di minaccia complessiva, con le tre categorie più esposte (CR-EN -VU) passate dal 29% nel 2013 al 30% attuale, ma con un incremento delle specie “quasi minacciate” dal 9% al 12%.
Tra l’altro in questa in questa nuova valutazione i vertebrati si confermano come il gruppo tassonomico più conosciuto e studiato in Italia.
Esaminando poi velocemente i singoli gruppi, si nota innanzitutto una situazione peggiorata per i pesci cartilaginei (squali, razze & C.) e anche per i pesci ossei e i Ciclostomi. Tra l’altro per questi ultimi gruppi continua ad aumentare la presenza di specie alloctone, con ben 52 specie (nella precedente analisi se ne contavano 47) e presenti in Italia a causa soprattutto di immissioni operate dall’uomo, in gran parte legate a esigenze ludiche e “sportive.
Per quanto riguarda anfibi e rettili, nella presente revisione sono state valutate 43 specie di Anfibi e 54 specie di rettili, un numero leggermente inferiore rispetto alla valutazione del 2013 (rispettivamente: n. 44 e n. 56).
L’Italia si conferma poi il Paese europeo con la massima diversità erpetologica, con un consistente numero di specie endemiche (14 anfibi e 5 rettili).
Rispetto alla precedente analisi tra gli anfibi e rettili italiani alle specie maggiormente minacciate (CR), oltre alla Podarcis raffoneae (Lucertola delle Eolie, che sopravvive unicamente in quattro località isolate tra loro) si è aggiunto anche Speleomantes sarrabusensis (Geotritone del Sarrabus). Entrambe le specie sono endemiche italiane, con piccole popolazioni estremamente localizzate e delle quali anche la minima alterazione ambientale o fattore di minaccia potrebbe determinare la scomparsa.
(continua…)