La risoluzione adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) invita la FAO, in collaborazione con le altre Agenzie ONU con sede a Roma, a facilitare l’attuazione e l’osservanza dell’Anno Internazionale delle Donne Agricoltrici.
Invita, inoltre, gli Stati membri dell’ONU, le organizzazioni del Sistema delle Nazioni Unite, altre organizzazioni internazionali e le parti interessate, tra cui la società civile, il settore privato e il mondo accademico, ad aumentare la consapevolezza del ruolo cruciale che le donne agricoltrici di tutto il mondo svolgono nei sistemi agroalimentari, nonché del loro contributo alla sicurezza alimentare, alla nutrizione e all’eliminazione della povertà.
A questo proposito, l’Anno Internazionale delle Donne Agricoltrici 2026 servirà come piattaforma per l’adozione di politiche e azioni efficaci contro le sfide che le donne agricoltrici devono affrontare, nonché per promuovere l’uguaglianza di genere.
La ricorrenza evidenzierà anche il ruolo vitale delle contadine e delle altre donne rurali nel garantire la sopravvivenza economica delle loro famiglie e nel contribuire all’economia rurale e nazionale.
Le sfide che devono affrontare le donne nei sistemi agroalimentari
Il recente rapporto della FAO “La condizione delle donne nei sistemi agroalimentari” (scarica qui il documento) offre una visione completa delle dinamiche di genere nei sistemi agroalimentari. Sottolinea la partecipazione delle donne alle opportunità socio-economiche e invita tutti gli attori a colmare i divari significativi nella produttività e nei salari delle donne e a lavorare per dare potere alle donne che lavorano nei sistemi agroalimentari.
Il rapporto ribadisce, inoltre, l’impegno della FAO ad approfondire l’attenzione per l’uguaglianza di genere e l’emancipazione delle donne.
Il rapporto rileva che, nonostante costituiscano il 39% della forza lavoro agricola globale, le donne incontrano notevoli discriminazioni, affrontando sfide nella proprietà della terra e del bestiame, nell’accesso a posti di lavoro sicuri e di qualità, nella retribuzione equa, nella partecipazione ai processi decisionali e nell’accesso al credito e ai servizi finanziari.
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