La tempesta Vaia colpì il Veneto nella notte tra il 29 e il 30 ottobre 2018. Venti tra i 100 e i 200 km/h, che hanno devastato 41.000 ettari di boschi.
Pur non essendo tra le zone più colpite, l’altopiano di Asiago (VI) ha perso 2.300 ettari delle sue foreste, di cui 400 solo nel Comune di Asiago.
Sul Monte Mosciagh, ad Asiago, la riforestazione si è concretizzata in un laboratorio a cielo aperto di biodiversità e resilienza: è il progetto “Asiago Oltre Vaia”, realizzato da Comune, Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, UniPd e Treedom coordinato da Forest Stewardship Council Italia (FSC), che ha visto il reimpianto di 6.000 alberi di otto specie diverse.
Fra le conseguenze della tempesta, c’è stata anche la proliferazione di un coleottero, il bostrico, che in condizioni normali attacca e si riproduce nelle piante deboli, soprattutto abeti rossi.
Con la grande presenza di alberi abbattuti, il bostrico si è diffuso in modo anomalo e ha cominciato ad attaccare anche gli alberi sani, portandoli alla morte.
Il progetto “Asiago Oltre Vaia”, al quale contribuiscono i ricercatori e gli studenti di Scienze Forestali, prevede la messa a dimora di varie specie forestali seguendo diverse modalità di rimboschimento, attraverso un approccio di tipo sperimentale. L’Università di Padova, Dipartimento Territorio e Sistemi Agro-Forestali (TESAF), è il supervisore scientifico dell’intero progetto.
Verso un patrimonio boschivo più resiliente
Non esistendo allo stato attuale dei modelli di rimboschimento applicabili in modo univoco a situazioni di questo tipo, il progetto “Asiago Oltre Vaia” si prefigge di valutare le soluzioni tecniche in grado di fornire i migliori risultati in termini di rimboschimento in situazioni di schianti estesi.
Per questo, è stato prediletto un approccio sperimentale in linea con le dinamiche naturali, per creare popolamenti più resistenti e resilienti ai disturbi naturali e ai cambiamenti climatici in atto. Particolare attenzione è stata inoltre rivolta all’aumento della biodiversità, sia nella sua componente specifica, sia strutturale.
Gli obiettivi del progetto sono, quindi, di testare diverse soluzioni tecniche di ripristino applicabili in casistiche analoghe e in grado di aumentare la biodiversità, la complessità strutturale e la composizione specifica dell’area forestale, aumentando così la resilienza dei futuri popolamenti forestali anche in considerazione dei cambiamenti climatici.
Per questo, sono state messe a dimora 6.000 piantine, utilizzando le specie ecologicamente più coerenti col sito insieme a specie pioniere, al fine di creare popolamenti misti.
FSC Italia si è occupata del coordinamento del progetto e dei vari attori che vi hanno partecipato, impegnandosi nella realizzazione grafica delle bacheche esposte in loco nonché dell’organizzazione di eventi pubblici di divulgazione del progetto.
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