Secondo le previsioni della scienza, le temperature medie globali dovrebbero aumentare di 0,3–4,8 °C entro la fine del ventunesimo secolo e, secondo le recenti rilevazioni, sono già aumentate di 0,8 °C negli ultimi 150 anni. Diversi studi indicano che l’80% delle specie potrebbe subire forti cambiamenti sulla distribuzione.
Inoltre, si prevede che un aumento della temperatura globale compreso tra 1,5°C e 2°C comporterà un rischio di estinzione doppio per le specie endemiche presenti nei punti più caldi (per esempio le aree desertiche o le steppe), mentre se l’aumento raggiungerà i 3 °C, tale rischio supererà le dieci volte.
Più specie sull’Himalaya
Un recente studio condotto in India, dal titolo “Projected Shifts in Bird Distribution in India under Climate Change”, pubblicato sulla rivista Diversity ha portato alla luce interessanti risvolti sui quali dovremmo riflettere.
La ricerca è senza precedenti per quel territorio e si è avvalsa di un team internazionale composto da ornitologi dell’Università della Florida, della Amity University di Noida (India) e del WWF India.
In questo studio, è stata dimostrata l’applicabilità della GBIF (Global Biodiversity Information Facility) di ebirds e sono state prodotte previsioni su scala nazionale per esaminare i possibili impatti dei cambiamenti climatici sull’avifauna terrestre in India.
Utilizzando i dati raccolti da progetti di citizen science, i ricercatori hanno sviluppato per questo monitoraggio modelli di distribuzione delle specie analizzando ben 1091 specie di uccelli terrestri con una proiezione sulla futura distribuzione in India entro il 2070, utilizzando algoritmi che consentono di analizzare le future regressioni ed espansioni delle specie ornitiche.
Delle 1091 specie di uccelli indiani che sono state analizzate seguendo i modelli matematici sono emersi risultati interessanti e un po’ inquietanti che indicano come il 66-73% delle specie di uccelli che vivono in India si sposterà verso quote più elevate o si sposterà verso nord mentre il 58-59% perderà una parte del proprio areale di distribuzione.
Una situazione che mostra la vulnerabilità della biodiversità innanzi a un drammatico e repentino cambio climatico che non ha precedenti nella storia del nostro Pianeta.
Lo studio dimostra che al contrario per il 41% delle specie ornitiche monitorate, quelle più plastiche, si registrerà un aumento dell’areale distributivo, quello che è certo è che in generale si registrerà un incremento significativo della biodiversità nelle regioni oltre i 2.500 metri di altitudine.
I nuovi scenari infatti prevedono ampi cambiamenti nella ricchezza delle specie dell’Himalaya occidentale, del Sikkim, dell’India nord-orientale e delle regioni occidentali dei Ghati entro il 2070.
Questo studio davvero interessante ha portato a nuove mappe predittive ad alta risoluzione della ricchezza delle specie di uccelli in tutta l’India e prevedendo spostamenti prevalentemente verso nord, disegnando uno scenario del tutto simile alle previsioni fatte per l’avifauna in altre regioni, come l’Europa e gli Stati Uniti.
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