Puma, jaguarundi e ghepardo sono le attuali tre specie superstiti del Lineage Puma.
Le tre specie hanno in comune il cranio quasi sferico, la pupilla arrotondata e non verticale, 38 cromosomi (2n=19) e 30 denti.
Le prime due specie, entrambe americane, sono fra di loro più affini e ascritte allo stesso Genere Puma, anche se spesso viene mantenuto per il Jaguarundi, di dimensioni molto inferiori, il Genere o Sottogenere Herpailurus; mentre il Ghepardo, africano e mediorientale (oggi solo dell’Iran) viene separato nel genere Acinonyx, perché attualmente molto ben differenziato da Puma.
L’origine del Lineage Puma non è ancora stata esattamente chiarita. Si pensò per un certo tempo che il ghepardo avesse avuto un’origine americana, ipotesi derivata da studi genetici (Dobrynin et al. 2015) ma non vi sono prove di tipo paleontologico a conferma. I più antichi fossili di Acinonyx sp. si ritrovano infatti in Sud Africa e risalgono, all’incirca al Pliocene medio-superiore, circa 4 – 3 milioni di anni fa (Werdelin et al., 2011).
Altri antenati o parenti di questa specie, come Acinonyx pardinensis, il ghepardo gigante del Plio-Pleistocene, dopo essersi diffusi dal Nord Africa a gran parte dell’Eurasia non attraversarono comunque mai lo Stretto di Bering: cosa che fecero invece gli antenati del genere Puma .
Fossili ascrivibili al genere Puma compaiono nell’Asia centrale (Mongolia e Georgia) nel primo periodo Villafranchiano (fine del Pliocene, circa 3,6 milioni di anni fa), ma fossili africani ancora più antichi e attribuibili a un primitivo “Puma clade”, indicano che forse il Genere ha avuto le sue radici in Africa (secondo Hemmer et al. 2004).
Fra il tardo Pliocene e il primo Pleistocene un gruppo di Puma ancestrali dell’Asia, fra cui forse Puma (Viretailurus) pardoides, attraversa le terre che, nella zona dell’attuale stretto di Bering, univano Asia e Nord America. Giunti nel Nuovo Mondo i puma danno origine al genere Miracinonyx, detti Puma- Cheetah Like, felini velocissimi con caratteristiche simili a quelle dell’odierno ghepardo (cheetah). Continuando nella loro dispersione, i puma raggiungono l’America centrale e attraversano l’istmo di Panama diffondendosi in tutto il Sudamerica.
Qui si evolvono l’attuale Puma (Puma concolor) e Puma (Herpailurus) pumoides, antenato dell’attuale Jaguarundi (Puma (Herpailurus) jagouaroundi).
Il difficile ritorno dei Puma in Nord America
Dopo essersi evolute in Sudamerica, durante il tardo Pleistocene le due specie di Puma riattraversarono l’istmo di Panama in direzione Nord, colonizzando parte dell’America settentrionale, dove purtroppo la situazione climatico-ecologica cambiò drasticamente tra la fine del Pleistocene e l’inizio dell’Olocene. Grandi glaciazioni, e forse l’arrivo dell’Uomo, provocarono la “Grande estinzione di massa della Megafauna” che raggiunse il suo culmine verso gli 11 000 anni fa. Scomparve per questo l’ 80% delle specie di grandi Vertebrati del continente: Megateri (antenati giganti dei bradipi), Proboscidati, Perissodattili, Camelidi, grossi Carnivori tra cui i grandi Felidi, si estinsero, con essi anche Puma concolor.
La sorprendente uniformità genetica degli attuali puma che abitano oggi gran parte del Nord America (uniformità che non si riscontra nelle popolazioni sudamericane) è da collegarsi al fatto che i Puma del Nord America sono il prodotto di una ricolonizzazione da parte di un ristretto numero di puma provenienti da un “centro di diversità genetica del Puma” del Sud America centro orientale e risalenti a 200-300 000 anni fa (Pecon-Slattery, O’Brien et. Alt. 2000 / Caragiulo et. Alt. 2013).
La probabile esatta ricostruzione della paleobiogeografia dei puma, cioè dei movimenti migratori o espansivi che hanno portato all’attuale area di distribuzione, è stata possibile confrontando le analisi genetiche e i nuovi ritrovamenti fossili.
Fino a qualche anno fa i più antichi fossili di Puma concolor erano quelli ritrovati in Nordamerica ma questi sono assai recenti e risalgono alla fine del Pleistocene (circa 3-400 000 anni fa) per cui, fino ad oggi, non si conosceva il periodo nel quale il Genere era comparso in Sudamerica. Poi, nel 2017, due ricercatori argentini, Nicolás R. Chimento e Alejandro Dondas hanno scoperto i più antichi reperti fossili appartenenti all’attuale Puma concolor risalenti al medio Pleistocene, nell’Argentina centro orientale (e precisamente su una scogliera marina nei pressi di Mar del Plata City); ciò ha permesso loro di ricostruire le tappe e la cronologia del lungo viaggio che ha portato il puma nelle Americhe.
Tra tutte le attuali specie di felini del mondo, il puma è la specie con la più ampia area di distribuzione latitudinalmente (N-S) poichè è diffuso dallo Yukon Canadese (a Nord) alla Patagonia cilena (a Sud).
I felini del mondo
Il dott. Giovanni Giuseppe Bellani, consulente zoologo e museologo in vari Musei di storia naturale in Italia, ha realizzato un libro scientifico che fa chiarezza sulla nuova classificazione della Famiglia Felidae e sulla situazione conservativa (secondo la Red List di IUCN, e CITES) di tutte le 41 specie di felidi e delle 77 sottospecie riconosciute attualmente dalla Scienza.
“Felines of the World – Discoveries in Taxonomic Classification and History”
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