Un giro d’affari nell’ultimo anno di 19.415.000 euro, con un incremento di 4.653.000,00 euro pari al 31,52% in più rispetto al 2013/2014 nella vendita di prodotti apistici e composte.
Sono i numeri a fotografare al meglio lo stato di salute di Conapi, il consorzio nazionale apicoltori che riunisce oltre 600 produttori del nostro Paese. La richiesta di miele italiano resta alta, nonostante l’andamento produttivo altalenante abbia comportato un inevitabile innalzamento dei prezzi.
La produzione di miele 2015 ha, infatti, presentato non poche problematiche. Su tutte la moria di api, acuita dal massiccio uso di pesticidi. Ma anche le condizioni climatiche sfavorevoli, caratterizzate dal caldo torrido estivo, che hanno dimezzato il raccolto del millefiori. La buona produzione primaverile del nord, invece, ha portato risultati soddisfacenti nella raccolta del miele d’acacia. Tra le varietà che hanno risentito maggiormente ci sono i raccolti del miele di castagno ed eucalipto, essenze che da anni patiscono a causa delle infestazioni parassitarie.
“Come accade nell’alveare, anche in Conapi apicoltori e dipendenti lavorano in sinergia per offrire il meglio della produzione apistica italiana – ha spiegato nel corso dell’assemblea Anna Cavazzoni, direttore generale Conapi -. Il forte impegno nella valorizzazione del prodotto italiano e l’attenzione alla qualità, dall’alveare al confezionamento, ha premiato la nostra cooperativa che ha fatto registrare, sebbene in un anno di scarsa produzione, il più 10% di prodotto lavorato”.
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