Il Parco nazionale di Doñana, istituito nel 1969 e patrimonio mondiale dell’UNESCO nel sud della Spagna, ospita alcune delle più belle e rare creature del nostro pianeta, come la lince pardina (Lynx pardinus) in via di estinzione.
Questo ambiente situato sul delta dell’importantissimo fiume Guadalquivir offre l’habitat paludoso ideale per circa 300 specie diverse di uccelli. La riserva, infatti, è la principale area di sosta europea di tutti gli uccelli migratori, che dal nord d’Europa raggiungono l’Africa. Oltre alle zone umide, che presentano un’ecologia molto particolare e delicata, il parco presenta poi un cordolo di dune costiere tra le più alte d’Europa e una particolare foresta xerofila, in un paesaggio davvero peculiare a pochi chilometri dalla popolosa Siviglia.
Ma è proprio la parte umida del Parco a essere sotto attacco, con il rischio di morire letteralmente di… sete! Infatti le sempre più estese coltivazioni intensive di fragole (che tra l’altro vengono esportate anche in Italia) sfruttano in modo abusivo le falde superficiali d’acqua, interagendo con il delicato equilibrio delle paludi dell’area protetta e indirizzandole verso un sempre più rapido prosciugamento.
La cosa peggiore è che il governo regionale andaluso sta per approvare una legge che prevede una sanatoria per le aziende agricole che utilizzano tali fonti illegali di irrigazione.
Già minacciata dalla perdita di biodiversità a causa della crisi climatica, della siccità e dello sfruttamento, la nuova legge del governo regionale andaluso, rischia di dare al delicato equilibrio ecologico della Doñana un colpo fatale.
Questa sta diventando una storia che si sta ripetendo sempre più spesso in tutta Europa: bellissimi siti del patrimonio naturale, benché protetti sulla carta, vengono prosciugati, deforestati, bruciati o venduti, con la scusa dello sviluppo economico o della tutela dei posti di lavoro, ma in realtà solo per realizzare grandi profitti a favore di pochi, senza alcuna attenzione al territorio e all’interesse collettivo, soprattutto delle nuove generazioni.
La Commissione Europea è stata già adeguatamente sensibilizzata dalle associazioni ambientaliste per bloccare questa scellerata legge regionale andalusa, ma ora serve aumentare la pressione da parte dell’opinione pubblica, soprattutto in un momento politico molto delicato, in cui le forze a favore della sanatoria stanno cercando di accelerare i tempi.
Per questo l’Associazione WEMove Europa ha attivato una raccolta di firme per salvare il Coto Doñana e la sua natura, che tutti possono sostenere e che trovate qui.
Un semplice ma concreto gesto che può fare la differenza.