Quelli che oggi sono considerati paradisi tropicali, potrebbero presto divenire inferni da cui scappare.
Barack Obama, Presidente degli Stati Uniti d’America, ha puntato l’attenzione sui rischi che corrono le piccole isole del Pacifico, destinate a venire sommerse se non si arresterà lo scioglimento dei ghiacciai. Ma non solo: un innalzamento del livello del mare renderebbe invivibili quelle zone del mondo, col rischio di mettere la comunità internazionale di fronte ad un allarme profughi. “Queste popolazioni sono tra le più vulnerabili, alcune di queste nazioni potrebbero scomparire dalla faccia del Pianeta”, ha spiegato Obama nel corso del faccia a faccia coi presidenti di Barbados, Papua Nuova Guinea, Kiribati, Isole Marshall e Sain Lucia Island. Obama ha inoltre annunciato il piano da 52 milioni destinati dalla Casa Bianca ad aiutare le nazioni più povere nella lotta ai cambiamenti climatici.
Lo scoglio del carbone
E se Obama ha definito “imperativo” il raggiungimento di un accordo, lo scoglio più difficile da superare resta certamente quello della dipendenza dal carbone. Le economie emergenti, infatti, sembrano decise a non volere fare passi indietro sull’uso dei combustibili fossili.
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