Il mandarino, nome scientifico Citrus reticulata, è un albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Rutaceae. Il suo frutto è un agrume piccolo e succoso, un po’ acidulo e un po’ dolce, che viene coltivato soprattutto nei paesi del Mediterraneo, negli Stati Uniti e nell’Africa meridionale. In Italia le regioni che ne producono le maggiori quantità sono la Sicilia, la Calabria e la Campania.
Di questo frutto non si butta niente: polpa, buccia e perfino noccioli (se masticati rilasciano vitamine).
La polpa ha il classico colore arancio chiaro ed è costituita da piccoli e succosi spicchi; prezioso serbatoio di vitamina C, utile per prevenire il raffreddore, proteggere le mucose e i capillari. Oltre alla vitamica C, il mandarino contiene fibre e carotene, vitamina A e vitamine del gruppo B, acido folico insieme a magnesio e ferro; ma non solo, ricco di Vitamina P, che favorisce la diuresi contrastando la ritenzione idrica; infine sono presenti calcio e potassio che regolano l’intestino favorendo il transito e regola la pressione arteriosa.
La buccia è una miniera di proprietà benefiche, perché contiene sostanze che fanno bene alla salute dell’organismo e alla bellezza della nostra pelle; abbondante di limonene, sostanza che contiene notevoli proprietà antiossidanti che prevengono l’invecchiamento delle cellule.
Il mandarino ha dato vita ad altri noti ibridi: il mandarancio, le clementine e il mapo.
Proprietà sconosciute…
Tra le proprietà di questo agrume poco note ai più, c’è anche quella di conciliare il sonno. Infatti contiene “bromuri” e, per questo, funziona come sedativo naturale.
Se bevete poco nei mesi più freddi, sappiate che il mandarino è ricco di acqua, quindi per chi è a dieta consumare 3 o 4 mandarini al giorno aiuta a mantenere l’idratazione.
Ottimo l’olio di mandarino (biologico al 100%), molto efficace per i massaggi corporei; si assorbe facilmente lasciando la pelle vellutata e idratata.
Il consumo di mandarino va evitato se si soffre di reflusso gastroesogageo, esofagite o ernia iatale in fase acuta, poiché potrebbe provocare un’irritazione della mucosa dell’esofago o bruciore gastrico; a chi assume medicine anti acidità si consiglia di aspettare al meno 3 ore tra l’assunzione dei farmaci e il consumo del mandarino.
Come sceglierlo
Per capire se un mandarino è buono basta “testare” il suo peso, che deve essere consistente rispetto al volume; inoltre la buccia deve essere lucida, tesa e molto “attaccata” alla polpa.
I mandarini si conservano a temperatura ambiente per 2 o 3 giorni, ma se si vuole conservarli più a lungo, vanno riposti in un luogo fresco o nel frigorifero, dove dureranno anche fino a 10 giorni.
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