In 10 anni è andata perduta a causa di incendi e deforestazione una superficie di foresta amazzonica pari all’Italia. Solo nell’Amazzonia brasiliana, gli incendi nel 2020 sono aumentati del 28% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Il WWF chiede una conferenza internazionale per proteggere la foresta amazzonica, uno dei sistemi ecologici fondamentali per la vita sul Pianeta
Passata in secondo piano rispetto al Covid 19, la grave emergenza dei grandi incendi forestali mette a repentaglio l’equilibrio naturale e la sopravvivenza di condizioni ambinetali vivibili sul nostro Pianeta.
Gli incendi in Amazzonia sono sempre più frequenti e il 2020 sembra avviarsi a essere una stagione record di fiamme e roghi, ancora più lunga e terribile rispetto a quella vissuta lo scorso anno.
La denuncia arriva dal nuovo report “Fuochi, foreste e futuro: Una crisi fuori controllo?” realizzato dal WWF, insieme al Boston Consulting Group (BCG), che puoi scaricare qui sotto:
WWF_ForestFiresReport2020_final
I fattori principali sono il clima sempre più caldo e secco, dovuto al cambiamento climatico, e la deforestazione, quest’ultima causata principalmente dalla conversione dei terreni per l’agricoltura.
L’amazzonia è sull’orlo del punto di non ritorno
Negli ultimi 10 anni, sono stati persi circa 300.000 chilometri quadrati di foresta amazzonica. Nello steso arco di tempo sono stati tagliati, andati in fumo o degradati oltre 170.000 km quadrati di foresta primaria, quella più preziosa e ricca di biodiversità, la maggior parte della quale in Brasile.
Il tasso di deforestazione è in costante aumento nell’Amazzonia brasiliana, dove da agosto 2019 a luglio 2020 è stato registrato un numero di alert superiore del 33% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Gli ultimi dati, poi, mostrano che nel 2020, gli incendi nell’Amazzonia brasiliana superano di oltre il 52% la media decennale e di quasi un quarto (del 24%) quelli degli ultimi tre anni.
Deforestazione e cambiamento climatico stanno spingendo l’Amazzonia verso “l’estinzione”.
La foresta ridotta e degradata perde la capacità di fornirci quei servizi irrinunciabili che ci fornisce. La foresta amazzonica genera piogge, raffredda la Terra, assorbe gas serra, immagazzina carbonio, custodisce il 10% della biodiversità mondiale, contrasta la desertificazione, produce acqua, cibo e medicine.
Inoltre, la foresta amazzonica ospita ancora comunità indigene che presidiano, proteggono e custodiscono la foresta e che se dovessero scomparire abbandonerebbero i territori alla deforestazione illegale. senza le quali, spesso, molte aree della foresta amazzonia non sarebbero protette e custodite.
Per esistere, la foresta amazzonica ha bisogno del vapore e delle piogge prodotti dai suoi stessi alberi: una singola molecola di acqua, grazie agli alberi, può cadere sotto forma di pioggia fino a 6 volte. Molti ricercatori sono concordi nel dire che la distruzione della foresta amazzonica si stia velocemente avvicinando a un punto oltre il quale l’ecosistema rischia di collassare (tipping point – punto di non ritorno).
L’appello del WWF
«Il WWF chiede l’attuazione di misure urgenti per far fronte all’emergenza e che fra queste venga immediatamente realizzata una conferenza internazionale per proteggere la foresta Amazzonica, bene imprescindibile dell’umanità.
Se non invertiremo la rotta in Amazzonia, ma anche in tutte le foreste del Pianeta il rilascio di milioni di tonnellate di anidride carbonica in più causerà conseguenze devastanti a lungo termine. I governi devono rendere più ambiziosi piani nazionali per il Clima e la riduzione delle emissioni previsti dall’Accordo di Parigi. I Paesi hanno l’opportunità di farlo da subito, in vista della presentazione all’ONU gli obiettivi NDC (Contributi Nazionali Determinati) rivisti e aggiornati».