L’arrivo della primavera – e il rapido crescere dell’erba – mi inducono a scrivere di un problema tanto grave quanto facilmente risolvibile: quello dei danni arrecati ai fusti di alberi e arbusti dall’uso maldestro del decespugliatore. È facile, tagliando l’erba, commettere l’errore di scalfire la corteccia di eventuali piante a fusto legnoso presenti nelle vicinanze. Se ci fosse una più diffusa informazione sugli effetti delle ferite alla corteccia sono certo che nessuno si arrischierebbe ad oltrepassare una certa soglia di sicurezza. Il problema è che tale mancanza di informazione non riguarda solo molti di coloro che tagliano l’erba a casa propria, ma anche un gran numero di dipendenti delle imprese di giardinaggio e talvolta persino i loro capi. Ma per capire quali sono gli effetti delle ferite di cui sto parlando dobbiamo prima capire come è fatto il tronco di un albero.
Gli effetti
Immediatamente al di sotto della corteccia troviamo un tessuto chiamato floema, in cui avviene il trasferimento dall’alto verso il basso della linfa elaborata. Questa linfa trasporta gli zuccheri, prodotti dalle foglie tramite la fotosintesi, verso le parti che hanno bisogno di energia per il proprio sviluppo: frutti, rami, fusto, radici… È sufficiente praticare un’incisione tutto intorno al fusto per interrompere il floema e tagliare così i rifornimenti energetici alle radici, decretando la morte della pianta. Se l’albero ha una corteccia fine – pensiamo a un faggio o a un bagolaro, per non parlare degli arbusti o di tutti gli alberi giovani – inciderla sarà un gioco da ragazzi.
Supponiamo, invece, che la corteccia non venga danneggiata lungo tutta la circonferenza ma soltanto su un lato. Il danno ci sarà comunque. Sotto il floema, infatti, troviamo un altro tessuto molto sottile (è formato da un singolo strato di cellule) che prende il nome di cambio.
È impossibile rimuovere la corteccia senza danneggiare anche il cambio, se non altro per il disseccamento cui quest’ultimo va incontro in assenza del suo strato protettivo. Il cambio è responsabile dell’accrescimento del legno, ma anche della formazione del floema. La ferita non potrà quindi mai rimarginarsi; al massimo, se sufficientemente piccola, potrà essere “inglobata” dall’accrescimento del legno intorno ad essa. Nella maggioranza dei casi, rimarrà come segno indelebile per tutta la vita dell’albero, che a sua volta risulterà inevitabilmente accorciata.
I consigli per non sbagliare
Ricordiamoci dunque di fare attenzione e di tenerci a una certa distanza dalle piante. Se attorno al fusto l’erba rimane un po’ più alta ciò non costituisce assolutamente un problema, ma possiamo anche decidere di strapparla in seguito a mano o di tagliarla con un falcetto. In alternativa, possiamo proteggere il fusto con del tubo corrugato da elettricista, sul quale va praticato un taglio nel senso della lunghezza per poterlo sistemare attorno al tronco. Per ragioni estetiche questo può anche essere applicato solo in occasione del taglio e poi rimosso. Ci sono molti modi di risolvere il problema. L’importante è ricordarsi che in estate l’erba tagliata dura un paio di settimane, mentre una pianta segnata è segnata per sempre.
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