Il barbagianni è una specie cosmopolita e nel corso di uno studio condotto in Malesia è stato registrato un episodio davvero particolare che evidenzia quanto questi rapaci abbiano un innato senso di homing, ovvero la capacità di tornare al nido anche da una certa distanza, nonché una fedeltà al sito riproduttivo davvero incredibile.
Homing, il richiamo di casa
L’homing possiamo descriverlo come la capacità innata di trovare un luogo noto partendo da un altro sconosciuto.
È un fenomeno ancora poco noto nel mondo dei rapaci, mentre è stato studiato in modo approfondito sui colombi viaggiatori, capaci di transvolate davvero prodigiose.
L’homing negli uccelli si basa ancora sul modello “mappa e bussola” di Kramer (1953) secondo il quale i volatili sarebbero provvisti di una sorta di bussola solare e in grado di seguire una rotta basandosi sul campo magnetico terrestre.
Storia di un ritorno
Spesso rimaniamo stupiti e commossi di fronte ai viaggi – anche di centinaia di chilometri – che alcuni cani sono in grado di compiere per tornare a casa dal loro padrone.
In questo caso il protagonista della storia è un barbagianni femmina della sottospecie asiatica Tyto alba javanica, al centro di un progetto scientifico di reintroduzione.
Un team di ricercatori malesi trasferì una famiglia di barbagianni presso il Main Campus della University Sains Malaysia.
La famiglia, che nidificava ai margini di una risaia, era composta dalla femmina adulta e dai sei piccoli nidiacei che furono tutti catturati dai ricercatori. Il maschio, al contrario, riuscì ad evitare la cattura.
I barbagianni furono inanellati e trasferiti nel Campus universitario in una cassetta nido.
Per alcuni giorni i ricercatori fornirono cibo ai rapaci, tenendoli chiusi nella cassetta nido, nella speranza che potessero legarsi al nuovo territorio. Ma l’insofferenza che manifestavano indusse i ricercatori ad aprire la voliera, per consentire alla femmina di cacciare. Da qual momento il barbagianni, contrassegnato con il numero 219, scomparve nel nulla.
I giovani barbagianni furono alimentati e si ambientarono nella nuova dimora, colonizzando il Campus universitario.
La femmina si pensò fosse morta, ma la sorpresa era dietro l’angolo.
Un anno dopo, durante un sopralluogo al nido della risaia, i ricercatori furono pervasi da un grande senso di stupore. La femmina di barbagianni, numero identificativo 219, era nel suo vecchio nido. Era tornata a casa percorrendo quasi 50 km dal sito in cui era stata traslocata.
Questo episodio ci dà la possibilità di fare un’interessante considerazione sulla capacità di migrare dei rapaci notturni, sorvolando anche tratti di mare. Per tornare al proprio nido, infatti, il barbagianni 219 aveva volato su un tratto di mare di oltre 7 km.
Si è portati a credere che i barbagianni siano animali sedentari. Tuttavia questa storia dimostra che le loro capacità migratorie non sono ancora del tutto indagate.
Esistono anche in Europa episodi di grandi movimenti erratici o migratori. In Italia, ad esempio, sono stati rinvenuti diversi barbagianni svernanti originari della Svizzera, Germania mentre un barbagianni inanellato a Parigi fu ritrovato a Capo Bon, in Tunisia.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com