Leggi qui la prima parte dell’itinerario sul sentiero di Rilke
Il sentiero di Rilke è il principale percorso della Riserva Regionale di Duino, piccola area protetta a Ovest di Trieste, tutela un tratto di macchia mediterranea affacciata su un’alta scogliera calcarea.
Un tempo questo sentiero era conosciuto come Passeggiata Duinese. Il nome attuale è stato dato in onore al poeta praghese Rainer Maria Rilke (1875-1926), che soggiornò al Castello di Duino nel 1911 e 1912, ospite dei proprietari, i Principi von Thurn und Taxis.
Sembra che Rilke, durante una passeggiata lungo il sentiero tra Duino e Sistiana, in una giornata di gelida bora, abbia avuto l’ispirazione per i primi versi delle “Elegie duinesi”, una delle sue opere più note, che completò nel 1922.
Oggi Rilke è riconosciuto come uno dei maggiori poeti europei dell’età moderna, ma la sua opera, fortemente simbolica, non è sempre di facile comprensione. Fortemente influenzata dal clima decadente di fine Ottocento e inizio Novecento, la sua poesia è intrisa di religiosità, indotta dall’ambiente profondamente cattolico della sua famiglia, sentimento che si modifica nelle opere seguenti ai viaggi in Russia a al contatto con l’anziano Tolstoj.
Tema fondamentale dell’opera di Rilke è quello dell’uomo senza casa, presente anche in Franz Kafka, a cui si trovano riferimenti già nei primi lavori del poeta , che offrono l’immagine di un uomo privo delle certezze basilari sulla vita e che non nasconde la propria sofferenza per questa condizione.
A partire dai primi del Novecento la poesia di Rilke sembra prendere una nuova via, fortemente influenzata dalle altre arti, quali pittura e scultura, con cui l’autore viene a contatto nel suo soggiorno parigino.
È questo il momento in cui la sua opera si fa più ostica e acquista un forte significato simbolico e filosofico. Tra gli scritti più noti di Rilke figurano i “Sonetti a Orfeo” e “I quaderni di Malte Laurids Brigge”.
“Se pur gridassi,
chi mi udrebbe
dalle gerarchie
degli angeli? E se uno
mi stringesse d’improvviso
al cuore, soccomberei per la sua troppo forte presenza.
Perché nulla è il bello,
se non l’emergenza
del tremendo…”
Rainer Maria Rilke,
“Elegie duinesi”,
Prima elegia
Il Castello di Duino
Il Castello di Duino risale al XIV secolo e fu voluto dalla famiglia sveva dei Walsee. Alla fine dell’Ottocento la rocca divenne dimora dei Principi von Thurn und Taxis, ma nel 1917 una parte dell’edificio fu bombardata.
Ricostruito negli anni Venti, venne utilizzato dalle truppe tedesche nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Oggi gran parte della fortezza è visitabile, assieme al suo vasto giardino, dalle cui terrazze protese verso il mare si gode vista unica sulla scogliera sottostante. Nei sotterranei del Castello si trova una piccola area museale, con testimonianze dell’ultimo conflitto.
Più in basso, a Ovest, si intravvedono le rovine di un precedente castello, arroccato su un promontorio in gran parte riconquistato dalla vegetazione. Sotto la rupe che lo sorregge si può scorgere la sagoma di una particolare roccia, dalle sembianze di una donna velata, la cosiddetta “Dama Bianca”.
Relitti balcanici
Tra gli animali più particolari della riserva figurano sicuramente i rettili, nell’ambito dei quali si contano esemplari di provenienza balcanica, come l’algiroide magnifico (Algyroides magnificus), lucertola di media taglia dalla livrea scura, e il serpente gatto (Teloscopus fallax), predatore notturno che può raramente sfiorare il metro di lunghezza. La pupilla verticale può farlo confondere con la grande vipera dal corno (Vipera ammodytes), anch’essa presente nell’area, ma decisamente rara. Anche il serpente gatto è dotato di piccoli denti veleniferi, ma la sua bocca è troppo piccola e le zanne troppo arretrate per creare problemi all’uomo.
Toccati con mano
Sulla scogliera, soprattutto in primavera, nelle zone più esposte in prossimità dei belvedere, si termoregolano e sono particolarmente attive le lucertole algiroidi.
Gli adulti in corteggiamento sono più confidenti. Per conquistare le femmine, i maschi sfoggiano una bellissima gola turchese e arancione che,
con l’avanzare della stagione, si fa più opaca.
Il serpente gatto è, invece, un avvistamento più difficile, date le sue abitudini crepuscolari e notturne. In estate, dopo il tramonto, bisogna cercare nelle pietraie, dove il rettile si sposta lentamente a caccia di piccoli sauri.
Scheda dell’itinerario
- Per chi: l’itinerario è adatto a tutti, senza alcuna preparazione specifica. Attenzione, però, a non sporgersi troppo nei tratti più esposti della scogliera.
- Lunghezza: meno di 2 km (solo andata).
- Durata: circa 45 minuti (solo andata).
- Dislivello: 30 metri.
- Cartografia: non esiste cartografia specifica, ma il percorso è semplice e ben segnalato.
- Periodo: tutto l’anno, ma i momenti più indicati sono la primavera e l’autunno. D’estate il sentiero rimane ventilato, ma d’inverno la bora, il forte vento da Nord-Est che soffia in tutta l’area triestina, può creare qualche problema.
- Equipaggiamento: le classiche scarpe da ginnastica vanno più che bene; meglio quelle da trekking per chi vuole avventurarsi tra le rocce. Un binocolo può essere utile per osservare gli uccelli lungo la scogliera o le lucertole.
- Come arrivare: spostandosi sulla A4 nel tratto Venezia-Trieste si esce a Duino Aurisina e si seguono le indicazioni per il Castello di Duino. Duecento metri dopo il complesso, sulla sinistra, si trova l’imbocco del sentiero.
- Numeri utili: Regione Friuli Venezia Giulia, Servizio Tutela Ambienti Naturali, Fauna e Corpo Forestale Regionale, tel. 0432 555292.
Oltre l’itinerario Spostandosi oltre Sistiana, in direzione di Trieste, si incontra, dopo alcune spiagge, la Riserva di Miramare, Area Marina Protetta sulla quale si affaccia un bianco castello ottocentesco circondato da un grande giardino. Proseguendo, si arriva al centro di Trieste, ricco di testimonianze storiche e dominato dalla possente torre campanaria della Cattedrale di San Giusto, sull’omonimo colle.
Nata nel XIV secolo dalla trasformazione di due basiliche parallele, risalenti all’Alto Medioevo, racchiude pregevoli mosaici bizantini. Da non perdere, una passeggiata lungo le Rive, su cui si affacciano la monumentale piazza dell’Unità d’Italia e numerosi edifici di impronta neoclassica, risalenti ai regni di Maria Teresa d’Austria e Giuseppe II. Da visitare anche la Grotta Gigante, enorme cavità dell’altopiano carsico a Nord della città.