Chi pensa che le foreste più importanti d’Italia siano localizzate sulle Alpi cade in errore, io per primo. In realtà l’appennino casentinese è quasi totalmente ammantato da fittissimi boschi di latifoglie e conifere. Questo prezioso capitale arboreo è ben protetto e mantenuto grazie al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna, istituito nel 1993. Ed è negli splendidi luoghi del tratto più a Nord del Casentino che vi propongo un impegnativo itinerario in bici.
Insieme a diversi amici al seguito abbiamo spesso percorso in bici da corsa le Foreste Casentinesi, senza particolari inconvenienti, ma data la natura del territorio e alcuni chilometri sterrati, il mezzo più idoneo è senz’altro una bicicletta Gravel.
Itinerario in bici nelle Foreste Casentinesi
Stia – Passo della Calla – Monte Falco (sterrato) – Il Castagno d’Andrea – Ficciana – San Godenzo – San Bavello – Dicomano – Scopeti – Castiglioni – Pomino – Castelnuovo – Borselli – Consuma – Passo della Consuma – Castello di Romena – Stia.
Lunghezza: 89 km
Dislivello: 2.088 m
Una buona soluzione è pernottare a Poppi, cittadina sulla destra orografica dell’Arno famosa per il Castello dei Conti Guidi. Da qui si possono intraprendere vari circuiti ciclistici. Nel caso di questo itinerario, per ridurre sia i chilometri totali, sia il tempo necessario, consiglio di spostarsi in auto nella vicina Stia, che dista 10 km da Poppi e di iniziare l’itinerario da lì.
Lungo il percorso in auto vale la pena di visitare, nei pressi di Pratovecchio, sia i ruderi del Castello di Romena, sia la Pieve romanica di San Pietro a Romena, poco distante dal castello.
In alternativa ci si passa di fianco in bicicletta sulla via di rientro a Stia.
Le Foreste Casentinesi in bici: iniziamo a pedalare
Appagati l’occhio e la sete di cultura, è giunto il momento di saltare in sella e, imboccata la SS310, di affrontare la lunga salita fino al Passo della Calla.
La pendenza è costante, mai ripida e ben presto iniziano i tornanti che si snodano sotto una fitta coltre di alberi.
Raggiunto il Passo, che è posto a 1296 m. s.l.m., al bivio si gira a sinistra in direzione Fangacci. Da qui in poi, la strada asfaltata si fa più stretta.
La foresta, sempre più fitta, lascia filtrare meno luce e crea un’atmosfera onirica dove il verde prevale su ogni cosa. Pochi chilometri di lieve salita lungo questa strada e si giunge ad uno spiazzo, dove una sbarra chiude il passo alle automobili. Niente paura, si scavalca con la bicicletta e inizia il percorso sterrato.
Il tratto di sterrato
Sono sempre riuscito a percorrere interamente in sella questo tratto sterrato dell’itinerario nelle Foreste Casentinesi, ma a seconda della stagione, delle precipitazioni e da quali mezzi della Forestale è stato percorso, il fondo può essere più o meno disastrato. Si tratta di un tratto di alcuni chilometri in discesa da fare con cautela in bici, lentamente e in piedi sui pedali! Il divertimento non manca e la foresta continua a farla da padrona. Si passa lungo le pendici del monte Falterona, sul versante opposto a dove sgorga l’Arno. A mano a mano che si scende, lo sterrato si fa più scorrevole fino a ritrovare l’asfalto.
Questa strada è identificata come la provinciale del Castagno e infatti passa dall’abitato di Il Castagno d’Andrea, quindi da Ficciana, per immettersi, a San Godenzo, nella SS67: la mitica strada del Passo del Muraglione. Si continua in discesa fino ad entrare nel borgo di Dicomano.
Attenzione al caldo e alla sete
Una precisazione è necessaria. In inverno queste strade sono spesso coperte di neve, dato che si raggiungono i 1.450 metri di quota. Quindi non percorribili.
Nella bella stagione, le salite sono quasi interamente all’ombra, grazie alla fitta vegetazione; poi si scorrazza a lungo sopra i 1.000 metri e quindi si prosegue in discesa dove l’aria non manca.
Ma raggiunto Dicomano, a 162 m. s.l.m., probabilmente verso le prime ore del pomeriggio, e dovendo proseguire sotto il sole a picco e con parecchia salita da superare, si possono provare sensazioni estreme, almeno per quanto riguarda la temperatura e la sete.
Da Dicomano si pedala in pianura, restando sulla SS67, per superare in ordine: Sandetole, Contea, Casini e Scopeti. Dopo quest’ultimo paese, si gira a sx, imboccando la SP91 e si comincia a salire.
Qui il paesaggio è tipicamente toscano, fatto di colline coltivate, badie e vecchie fattorie. Fra Castiglioni e Rimaggio dominano gli ulivi. Da lì in poi, iniziano gli sconfinati vigneti dove si produce il Chianti Rufina. Si passa davanti al Castello di Pomino dei marchesi Frescobaldi, poi, finalmente, a Borselli si raggiunge la SR70 del Passo della Consuma.
Le ultime fatiche
Purtroppo le fatiche non sono finite, la strada continua a salire verso il passo, ma, una volta di più, la classica bellezza del paesaggio toscano con le sue lunghe file di cipressi e le boscose colline verso Vallombrosa riescono a distogliere la mente da ogni affanno.
Superato l’abitato di Consuma si raggiunge il valico a 1050 m s.l.m. A questo punto arriva, immancabilmente, l’agognata discesa. Si tratta di un gran bel tratto, tutto da pennellare tra curve e controcurve, ma vale la pena di effettuare qualche sosta per poter ammirare il vasto panorama che spazia sul Casentino fino a scorgere, in lontananza, la sagoma del castello di Poppi. La lunga discesa porta a Scarpaccia, dove si gira a sx, per chiudere questo percorso, rientrando a Stia. Lungo quest’ultimo tratto è possibile fare una breve deviazione fino al Castello di Romena.
Alla scoperta del Parco e dei suoi luoghi sacri
Come accennato, questo percorso in bici passa, per un tratto, all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Si tratta di una vasta area di 36.426 ettari a cavallo tra Toscana ed Emilia Romagna.
Vi si incontrano alcune delle più estese e meglio conservate foreste di tutta Italia, immense faggete dove si può udire l’ululato dei lupi e il bramito dei cervi.
All’interno del Parco si celano anche eremi e monasteri sprofondati nel silenzio. Come a Camaldoli, dove consiglio di andare anche per immergersi nell’atmosfera fatata dei suoi famosi boschi di abeti bianchi. O come il santuario La Verna, dove San Francesco ricevette le stimmate.
Tornerò presto per illustrare altri itinerari in bicicletta attraverso le alture del Casentino e del suo Parco. Quando sarà possibile, raccomando un soggiorno di almeno tre giorni in questa zona di Toscana.
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