Si lotta per una convivenza pacifica e non forzata, fra leopardi e uomo. Pare un’utopia, ma è proprio ciò su cui si sta lavorando in India (dove quest’estate un solo esemplare è arrivato a uccidere dodici persone). Scienziati della Wildlife Conservation Society hanno, infatti, catturato cinque leopardi e li hanno monitorati per vari mesi, cercando di capire meglio le loro abitudini e in che modo interagiscono con l’uomo.
Si è visto che i felini sono strettamente legati all’attività umana e che, per certi versi, gli esemplari “antropizzati” non possono vivere senza la nostra presenza. Vivono soprattutto di notte e mostrano una spiccata attitudine territoriale. Grazie a questo studio si spera, dunque, di riuscire a compilare una sorta di vademecum che possa spiegare quali sono i comportamenti da adottare nelle aree densamente abitate dai felini selvatici, tipo quello di evitare di attraversare campi con l’erba molto alta, dove spesso i leopardi trovano rifugio. Si mira anche a fronteggiare correttamente la sparizione di capi da allevamento e gli incontri ravvicinati con l’uomo, non sempre facili da gestire; benché, durante lo studio, non si sia riscontrato nemmeno un caso di aggressione ai danni di qualche persona.
«Occorre avviare una politica di sensibilizzazione al problema», dice Vidya Athreya, a capo dello studio, «per testare nuove formule di convivenza, rispettando i principi ecologici». D’altra parte è stato per primo l’uomo a infrangere le “regole”: da pochi anni a questa parte ha, infatti, invaso ampi spazi storicamente appannaggio del mondo selvatico.
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