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Si conclude con un ritratto dell’ex cacciatore cui è dedicata la riserva, il viaggio in compagnia del nostro inviato speciale Francesco Tomasinelli – naturalista e fotografo, – alla scoperta del Corbett National Park, uno degli ultimi regni della tigre.
L’India di un secolo fa era molto diversa da quella attuale. Poiché era abitata da circa 300 milioni di persone – contro il miliardo e 200 milioni di oggi –, vaste aree naturali erano ancora conservate e la convivenza con gli animali selvatici faceva parte della quotidianità. Allora il territorio indiano ospitava circa 100mila tigri (contro le 2.226 di oggi), che spesso attaccavano l’uomo.
Le tigri impararono a mangiare gli uomini per caso oppure perché impossibilitate a cacciare altre prede a causa di una ferita. Infatti, è infinitamente più semplice catturare un uomo disarmato – come un contadino o un raccoglitore di legna e di miele – rispetto a un cervo o un cinghiale; inoltre, gli uomini sono localmente più abbondanti e sedentari. Un’alternativa “culinaria” così valida che, una volta scoperta, difficilmente veniva abbandonata dalla tigre.
La più feroce ne uccise 420
Pertanto, per gli abitanti dei villaggi era normale convivere con felini “assassini”, che in pochi anni facevano scomparire decine di persone. Il record assoluto è detenuto dalla mangiatrice di uomini del Champawat, che avrebbe ucciso 420 persone in 12 anni prima di essere eliminata da Jim Corbett. L’ufficiale inglese, nato nel 1875 a Nainital, nel Nord Ovest dell’India, all’epoca sotto controllo britannico, divenne il più famoso cacciatore di tigri di tutti i tempi grazie a una straordinaria esperienza accumulata nelle foreste fin da piccolo.
La conversione a paladino della biodiversità
In età matura Corbett, scelse di colpire solo felini che aggredivano le persone e, a mano a mano che la sua esperienza e la sua sensibilità crescevano, divenne uno dei primi paladini della natura della storia. Inoltre, realizzò le prime immagini di qualità di una tigre nel suo habitat e si impegnò per la tutela delle aree naturali indiane, contribuendo alla creazione del parco naturale, in seguito a lui dedicato. Inoltre, Corbett si impegnò a fondo anche con le comunità locali, per incrementarne la qualità di vita e favorire un utilizzo sostenibile delle risorse della foresta. Il suo approccio è stato incredibilmente moderno e, per questo, Corbett è tuttora ricordato come un benefattore.
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