La cincia dal ciuffo è sicuramente una delle nostre più belle cince, per via di quel ciuffetto che gli conferisce un’aria baldanzosa.
In Italia è presente su tutte le Alpi e in zone dell’Appennino ligure e tosco-emiliano. È più frequente sopra i 1.000 metri, ma ci sono nuclei che vivono ad altezze inferiori. Fotografarla da noi non è proprio facilissimo, anche se frequenta spesso le mangiatoie artificiali e in molti luoghi sembra non temere l’uomo.
Faccio questa considerazione, perché in Svizzera è possibile fotografare questa specie senza nessuna difficoltà, addirittura con gli uccellini che vengono a prendere cibo dalle mani. Sto parlando della Val Roseg, in Engadina, famosa tra i fotografi proprio per le cince e gli scoiattoli estremamente confidenti.
È sufficiente portare semi di arachidi e noccioline per essere attorniati da vivacissime creature, come se fossimo inseriti in un quadro rappresentante scorci di vita di San Francesco.
Come fotografare la cincia col ciuffo
Per le fotografie ci si può sbizzarrire a piacimento scegliendo gli scorci di bosco che più ci aggradano e facendo posare le cince sui rametti che riteniamo più fotogenici. Nonostante ci troviamo in un bosco non è strettamente necessario l’uso del flash, sia per la possibilità di alzare gli ISO sia perché possiamo fotografare tra le radure degli alberi. Personalmente uso abbastanza spesso i lampeggiatori anche se, come ricordato, con il digitale si ovvia molto bene alla scarsità di luce intervenendo sulla sensibilità. In questo caso ne ho usati addirittura due, posizionandone uno alle spalle del mio soggetto per illuminarne i contorni. Le bacche e il rametto di conifera sono stati inseriti nel set per personalizzare la fotografia. Ho usato reflex Nikon con obiettivo VR 300 mm f/2,8 chiuso a f/7,1, tempo di scatto 1/80 sec e ISO 400. Ho impiegato due flash SB 800 con il secondario comandato dal principale.
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