Si è conclusa con la firma di accordi per un valore di 2,5 miliardi di Euro la visita in Italia del presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping.
La nuova Via della Seta offre grandi opportunità per il Made in Italy, spingendo sempre più a Oriente il baricentro degli affari globali.
Il potenziale dei prodotti agricoli
Il memorandum potrebbe permettere alle aziende italiane di incrementare gli scambi commerciali con la Cina.
Anche il comparto agricolo guarda a Oriente con interesse: secondo i dati dello studio Coldiretti su dati Istat, le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy in Cina hanno raggiunto nel 2018 il valore di 439 milioni di Euro, una cifra che è più che triplicata negli ultimi 10 anni (+254%). A trainare la domanda è l’apertura della popolazione cinese – anche a tavola – verso stili di vita maggiormente occidentali.
Le importazioni agroalimentari dalla Cina, però, hanno superato del 35% il valore delle esportazioni Made in Italy del settore nel 2018.
«Questo conferma il fatto che serve maggior equilibrio negli scambi» spiega la Coldiretti.
Quali vincoli restano
Come mai l’Italia importa prodotti agricoli dalla Cina più di quanti possa venderne? La risposta la fornisce la stretta regolamentazioni in termini di vincoli che la Repubblica Popolare Cinese impone.
«Solo nel 2016 è stato rimosso nel 2016 il bando sulle carni suine italiane e nel 2018 le frontiere si sono aperte in Cina per l’erba medica – spiega l’associazione di categoria –. Tuttavia, al momento per quanto riguarda la frutta fresca, l’Italia può esportare in Cina solo i kiwi e gli agrumi. La Cina frappone ostacoli per motivi fitosanitari e chiede assicurazioni sulla assenza di patogeni della frutta, siano questi insetti o malattie, non presenti sul proprio territorio con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta. L’aspetto paradossale di questa vicenda è che, mentre i prodotti italiani sono bloccati, non solo la Cina può esportare nella Penisola pere e mele, ma in Italia si è anche verificata una vera invasione di pericolosi insetti alieni dannosi alle coltivazioni di provenienza, più o meno diretta, dalla Cina. Dal moscerino killer dagli occhi rossi (Drosophila suzukii) che attacca ciliegie, mirtilli e uva al cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus) che ha decimato i boschi nazionali fino alla cimice asiatica (Halyomorpha halys) che, distruggendo i raccolti nei frutteti e negli orti, è arrivata anche nelle case in città per la mancanza di nemici naturali».
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com