È mercoledì e non uno qualunque. È il mio mercoledì di riposo. Mentre sorseggio il mio caffè americano nella tazza mug di Starbucks, presa a Parigi e regalatami da mio fratello, penso a tutte le cose che dovrò fare durante la giornata. Cacao, il mio cane fantasia (non mi piace il termine bastardino o meticcio) tra un husky e un pastore tedesco, già mi fissa e sembra dirmi “Includimi nei tuoi piani”.
Ovviamente a quegli occhi non so dire di no e afferrando il guinzaglio, faccio segno al mio cane che usciamo. Cacao, felice come una pasqua, inizia a abbaiare, saltare, scodinzolare e si dirige verso il cancello di casa.
Passeggiamo tra le vie del mio isolato e dopo una mezz’oretta decido di andare in posta, almeno pago la bolletta della luce, già che ci sono.
Nell’ufficio pubblico è il mio turno e allo sportello mi trovo una signora sulla mezz’età, capelli rossi ramati, unghie rosse laccate e voglia di lavorare sul discreto andante. Dopo un lungo sorso alla sua acqua minerale si volta e mi fa un cenno di saluto con lo sguardo.
Dopo qualche convenevole iniziale, Patrizia, cosi si chiama l’impiegata, mi dice «Ah, vedo che lei è veterinario! Le posso chiedere una cosa sulla mia cagnetta Lucy?»
«Sì, certo, mi dica signora, vediamo se posso aiutarla», le rispondo.
Patrizia tutta contenta mi domanda: «Lucy dorme sempre sul lato destro del mio letto. Da due giorni ha iniziato a dormire sul sinistro. Cos’ha secondo lei dottore? Non è che non sta bene?».
Ma perché queste domande, perché? E’ come se chiedessero al pediatra perché il figlio mette i gomiti sul tavolo o perché si fa i risvoltini nei jeans o come se ti chiedessero perchè mangi i biscotti e non i cereali a colazione.
«Non lo so signora… arrivederci», rispondo basito e disarmato mentre Cacao mi guida verso l’uscita.
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