L’Arabia Saudita e il Kuwait sono i Paesi più “tossici” del Pianeta. A dirlo è uno studio inglese, che ha calcolato l’impatto ambientale di ciascuno stato.
Per stilare la classifica sono stati presi in analisi cinque parametri: il consumo di energia pro capite; le emissioni di Co2 prodotte dalla combustione di carburanti; i livelli di inquinamento atmosferico; le morti da imputare direttamente alla scarsa qualità dell’aria e all’inquinamento e, infine, gli investimenti a favore delle energie rinnovabili.
La maglia nera, come detto, spetta all’Arabia Saudita, seguita a breve distanza dagli altri stati del Golfo: Kuwait, Qatar, Baharain e Emirati Arabi si posizionano nella parte bassa dalla classifica. A pesare, per questi che sono tra i paesi con i più alti giacimenti petroliferi, è lo scarso interesse verso forme di energia rinnovabile.
In generale, la regione del Medio Oriente è quella con il più alto tasso di mortalità causato dall’inquinamento.
In Europa, invece, il poco lusinghiero titolo di Paese più tossico spetta al Lussemburgo, che paga pesantemente l’inquinamento prodotto dai vicini Belgio e Germania. Per quanto riguarda il consumo pro capite di energia, l’Islanda è il primo stato Europeo, seguito da Svezia, Norvegia e Finlandia. Tuttavia, i paesi nordici hanno ottenuto un buon punteggio per via dell’attenzione verso forme di energie alternative ai combustibili fossili.
I Paesi virtuosi
Secondo la classifica, l’Italia si colloca tra i primi 40 stati più virtuosi. A sorpresa, un buon punteggio è stato assegnato anche alla Cina: nonostante l’inquinamento sia ancora un grave problema, il governo di Pechino ha annunciato importanti investimenti nel campo delle rinnovabili.
I Paesi meno tossici, invece, sono alcuni del continente africano: Kenya, Mozambico e Etiopia hanno ottenuto un alto punteggio per via del basso tasso di industrializzazione e, di conseguenza, delle emissioni di Co2 causate da questo comparto produttivo.