Gli obiettivi ambientali nella pianificazione della mobilità urbana ad alimentazione alternativa sono stati al centro del convegno che ha visto la partecipazione di ASSTRA (Associazione Trasporti) e ANAV (Associazione Nazionale Autotrasporto Viaggiatori).
Due i punti sui quali si è focalizzato l’incontro: da una parte l’importanza di una corretta pianificazione a sostegno della mobilità pubblica e dall’altro le alternative – già presenti – per una maggiore autonomia dai combustibili fossili.
Ad aprire la conferenza è stato il presidente di ASSTRA Massimo Roncucci, che ha spiegato come oggi sia più che mai necessario avere città vivibili, non più dominate dalle auto, che devono diventare sempre di più mezzi condivisi anziché mezzi di proprietà. “Il nostro Paese mostra ancora alcune criticità riguardo alla mobilità sostenibile”. Bisogna dunque incoraggiare le nuove esperienze, tra cui quelle del car pooling e del car sharing, che da sole, però non possono bastare. Al centro del sistema integrato, infatti, ci sono bus e treni che si devono rinnovare.
Il parco auto dei mezzi di trasporto italiano è tra i più vecchi del continente, con un’età media dei veicoli di 12 anni e motori ancora troppo inquinanti.
Dopo le analisi di pianificazione del trasporto pubblico presentate da ISFORT – e che hanno dimostrato come il nostro Paese sia sospeso tra innovazione ed incertezza – la parola è passata a Nicola Biscotti, presidente ANAV.
“Il trasporto pubblico va tutelato – ha spiegato Biscotti – e, soprattutto, deve aumentare il proprio speso specifico in un’ottica di pianificazione”.
Il dibattito è proseguito poi con il confronto tra elettrico e motori a cella a combustibile. Se da una parte le batterie per le vetture elettriche hanno sensibilmente implementato la proprio durata, i tempi di ricarica non sempre brevi fanno segnare un punto a svantaggio a questa tecnologia. D’altro canto, l’idrogeno può contare su tempi di approvvigionamento decisamente inferiori, ma i costi – tanto per le vetture quanto per l’idrogeno – restano ancora elevati.
Su un punto, però, sono tutti d’accordo: l’Italia deve dotarsi di normative, tecnologie e infrastrutture per promuovere la mobilità sostenibile.
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