Il consumo eccessivo di prodotti tessili è uno dei più grandi problemi da affrontare in termini di riciclo. Secondo Greenpeace, infatti, all’interno degli stati dell’Unione Europea, oltre l’80% dei capi di abbigliamento al termine dell’utilizzo viene smaltito assieme ai rifiuti domestici.
Colpa della fast fashion, che offre collezioni sempre rinnovate ma con capi di scarsa qualità, ma anche della poca attenzione dei consumatori.
Una nuova rotta per l’industria della moda
Il cambio di rotta dei grandi marchi della moda è una necessità impellente.
Secondo Greenpeace, sono cinque le strategie da seguire: favorire i programmi di ritiro degli abiti usati nei negozi, creare modelli di business alternativi e migliorare il design dei prodotti in modo che restino attuali per diverse stagioni, allungandone così il ciclo di vita.
Ma non solo: migliorare la qualità dei prodotti consentirebbe di poter riutilizzare e riciclare i vestiti vecchi e, allo stesso tempo, questo permetterebbe anche di ridurre l’impatto ambientale, dando nuova vita ai vecchi tessuti che potrebbero così venire impiegati per utilizzi alternativi.
I passi da compiere
La svolta, secondo l’associazione ambientalista, deve partire innanzitutto dai grandi marchi della moda.
Bastano pochi accorgimenti affinché il ciclo di vita dei vestiti venga significativamente aumentato. Ecco in 10 punti le azioni da mettere in campo:
- Garantire al prodotto una maggiore durata nel tempo;
- Favorire la riparazione dei capi;
- Smettere di incentivare la moda usa e getta;
- Utilizzare più cotone biologico;
- Ridurre l’uso di fibre sintetiche;
- Affrontare il problema dell’inquinamento prodotto dalle fibre sintetiche;
- I designer, anziché produrre abiti alla moda ma di durata limitata, dovrebbero far leva su altre caratteristiche del prodotto;
- I regolamenti e le leggi dovrebbero premiare le aziende che permettono un allungamento del ciclo di vita degli abiti;
- Prevedere incentivi per le attività legate alla riparazione del vestiario;
- Favorire il commercio equo e solidale.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com