La Natura è discreta e ci chiede di esserlo altrettanto. Questo vale soprattutto se parliamo di tatto, uno dei sensi con cui ci mettiamo in contatto con il mondo che ci circonda.
Infatti, quando ci si avvicina alla Natura spesso si è presi dal forte desiderio di allungare la mano per avere una conferma di ciò che gli altri sensi fino a quel momento hanno solo percepito. La rugosità di una corteccia, il freddo e l’umido del muschio bagnato, la durezza e il calore della roccia esposta al sole, sono percezioni tattili molto intense e stimolanti, in grado di farci vivere il nostro approccio con l’ambiente in modo ancora più coinvolgente.
Lasciamo che a toccare siano le mani esperte
La curiosità di tenere tra le mani un animale, toccarne la cute o accarezzarne la folta e morbida pelliccia sono desideri che qualunque appassionato di fauna selvatica potrebbe provare durante un’escursione.
Eppure, non sempre questo desiderio dovrebbe essere assecondato. Molto spesso sui social network si vedono immagini che ritraggono piccoli animali manipolati in maniera poco accorta, per semplice curiosità o per realizzare una fotografia da condividere con gli amici. Manipolazioni che dovrebbero essere limitate alla sola ricerca scientifica, a interventi di salvataggio o a cure veterinarie, eseguite sempre da personale adeguatamente formato. Rettili e anfibi, chirotteri e uccelli, molluschi e echinodermi, di frequente diventano oggetto di attenzioni eccessive da parte dell’uomo, che non resiste alla tentazione di provare quella sensazione tattile sotto le dita.
Un desiderio che può arrecare danni
Le conseguenze di una manipolazione inopportuna potrebbero arrecare danni molto gravi e, a seconda della specie, provocare stress eccessivo, lesioni, trasmissione di patogeni, abbandono di un sito riproduttivo o abbandono di individui giovani da parte dei genitori…
Le stelle marine, spesso fotografate fuori dall’acqua, potrebbero essere uccise da una semplice bolla d’aria che bloccandosi all’interno del sistema acquifero, ne impedirebbe il movimento, la respirazione e l’assunzione di cibo.
Anfibi quali rospi, raganelle e tritoni, se manipolati senza le opportune precauzioni, possono subire l’asportazione del muco protettivo, che li renderebbe molto più esposti all’attacco di parassiti. Anche la temperatura troppo alta delle nostre mani può avere conseguenze dannose, come eccessivo riscaldamento e disidratazione.
Alcune specie di chirotteri trascorrono l’inverno in uno stato di ibernazione. Tutte le funzioni vitali si riducono al minimo e gli animali sopravvivono senza nutrirsi, consumando solo le riserve corporee di grasso. Risvegliarli durante questa delicata fase comporta un dispendio energetico (e quindi un consumo di riserve preziose), tale da mettere a rischio il superamento della stagione fredda e quindi la sopravvivenza stessa degli animali.
Quelli appena citati sono solo tre degli innumerevoli esempi possibili.
La Natura richiede sempre la giusta dose di discrezione e, quasi sempre, ammirarla rispettandone le distanze rappresenta il più utile messaggio da veicolare e il miglior atto d’amore che le si possa dedicare.