La Caravella Portoghese (Physalia physalis) è tra le specie marine più pericolose che un bagnante può incontrare nel nostro mare.
È considerata una “medusa” da parte dei non addetti ai lavori, ma la Caravella Portoghese è un Sifonoforo, parente delle meduse. Un organismo coloniale pleustonico, ovvero formato da un insieme di polipi specializzati che vivono galleggiando sulla superficie dell’acqua grazie a una “sacca” piena di gas, con una forma leggermente appiattita, che funge da vela, detta pneumatoforo.
Possiede organelli urticanti utilizzati per predare, capaci di provocare reazioni molto gravi nell’uomo, fino, in casi estremi alla morte.
I suoi tentacoli possono raggiungere una lunghezza di 30 metri e risultare particolarmente pericolosi perché non facilmente visibili da parte dei bagnanti.
Avvistata solo di recente in Mediterraneo
La Caravella Portoghese, diffusa in tutti i mari, è stata segnalata per la prima volta in Mediterraneo solo in tempi relativamente recenti.
Si pensava, dunque, che non costituisse un pericolo tale da mettere in allarme le località balneari. Di fatto, quindi, molti cittadini ancora oggi non conoscono la Caravella Portoghese.
Ora, una ricerca condotta dagli atenei di Palermo e Catania e dall’Istituto di Scienze Marine dell’Andalusia sui reperti storici delle collezioni zoologiche dei musei di Storia naturale rivela che la Caravella Portoghese è sempre stata presente nel Mar Mediterraneo.
La ricerca “The Portuguese Man-of-War Has Always Entered the Mediterranean Sea—Strandings, Sightings, and Museum Collections”, pubblicata sulla rivista scientifica Frontiers in Marine Science, si basa sui antichi reperti conservati nel Museo di Storia naturale di Firenze che testimoniano la presenza di una colonia raccolta nel 1850 a Nizza e un’altra nel 1863 a Livorno.
Altri documenti conservati nel Museo Darwin-Dohrn di Napoli,confermano l’esistenza di una colonia risalente al 1914 dal Golfo di Napoli.
I ricercatori Francesco Tiralongo dell’Università di Catania, Rosario Badalamenti, Vincenzo Arizza e Sabrina Lo Brutto dell’Università di Palermo e Laura Prieto dell’Instituto de Ciencias Marinas de Andalucía hanno ricostruito la storia della presenza della Caravella nelle acque mediterranee confermandone l’arrivo nel mar Mediterraneo dall’Oceano Atlantico per poi giungere fino alle coste dell’Italia centrale e meridionale.