È stato grazie ai dati raccolti da centinaia di cittadini (citizen science) che è stato possibile realizzare lo studio sulle farfalle, dal titolo “Two ways to be endemic. Alps and Apennines are different functional refugia during climatic cycles”, recentemente pubblicato dall’Università di Firenze e supportato da sette Parchi nazionali. Un lavoro destinato a cambiare completamente le strategie e le priorità di conservazione delle farfalle italiane.
Raccolto il Dna delle farfalle
L’analisi, combinando circa 300.000 segnalazioni di 269 specie di farfalle con 20.000 sequenze di Dna, ha infatti mostrato come circa un terzo delle specie endemiche della regione alpina sia apparentemente identico ad altre e quindi indistinguibile ai nostri occhi. Valore che sale fino al 71% nell’area peninsulare e insulare, dove solo una parte piccolissima di specie delle farfalle è attualmente protetta e la maggior parte necessita di attività di monitoraggio e interventi di gestione (prezioso a questo scopo è il progetto Butterfly monitoring scheme).
Monitoraggio nel Parco
Nel Parco delle Foreste Casentinesi, che ha investito risorse nello studio e nel monitoraggio delle farfalle, i dati raccolti mostrano ben 105 specie presenti – un numero alto rispetto alla superficie dell’area, alla sua posizione e alla sua estensione altitudinale -, di cui circa 40 segnalate negli ultimi anni grazie alla citizen science. Ed è proprio questa grande disponibilità di dati di presenza che consente oggi al Parco di muoversi verso l’attuazione di azioni di conservazione diretta su un limitato numero di specie, tra cui sicuramente Parnassius mnemosyne e Zerynthia cassandra, in modo da valutare l’entità delle popolazioni più a rischio e preservarle.
Indicatori di biodiversità
Le farfalle sono ottimi indicatori per la tutela dell’ambiente e della biodiversità perchè legano la loro presenza alle modifiche della destinazione d’uso del suolo, alle immissioni di inquinanti, all’introduzione di specie animali e vegetali esotiche e ai cambiamenti climatici.
Per questo durante il 2021 continueranno le attività finalizzate a valutare attentamente quali siano le azioni di conservazione più adatte a salvaguardarne la biodiversità, inclusa quella di specie diverse ma così simili tra loro da essere indistinguibili.
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