L’acqua è sempre abbondantemente contenuta, in quantità variabili, in tutti i tessuti vegetali e, quindi, in tutte le cellule. In particolare quelle delle foglie, dei frutti e degli altri tessuti più turgidi sono le più ricche di liquido mentre, al contrario, i semi sono di solito le parti vegetali che ne contengono meno (i semi di senape il 7%, i semi di ricino il 6%), caratteristica che ne garantisce tra l’altro la lunga conservabilità. Nelle piante l’acqua è il componente principale della linfa, che ha la funzione di trasportare i principi nutritivi in tutti i tessuti, e dei vacuoli, che regolano la pressione osmotica.
I vacuoli svolgono anche un ruolo rilevante nella crescita delle piante, soprattutto nella loro fase giovanile.
In questi casi vi è soprattutto una crescita detta per distensione, ovvero quella dovuta non all’aumento del numero delle cellule, ma all’incremento del loro volume. Questo tipo di crescita avviene anche all’estremità delle radici, le cui cellule possono allungarsi anche di 15 volte la loro lunghezza iniziale; quelle di un germoglio aumentano anche 30 volte. Se le cellule di una sequoia non si allungassero per distensione, essa rimarrebbe una piantina non più alta di un metro!
Inoltre premendo contro la parete delle cellule dei vacuoli, l’acqua esercita una pressione che conferisce rigidità alla pianta. Gli steli delle piantine in un campo di grano, o quelli dei fiori recisi in un vaso, stanno eretti proprio per questa pressione di turgore esercitata dall’acqua. L’acqua, per la pressione di turgore che esercita, è quindi in parte responsabile anche del sostegno delle piante e quindi del mantenimento della loro forma.
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