Nella Giornata mondiale dell’acqua interviene anche Italy for Climate per fare il punto sulla situazione idrica in Italia. Il quadro che emerge dallo special report “Troppa o troppo poca? L’acqua in Italia, in un clima che cambia” non è rassicurante (scarica qui il documento).
«L’Italia rischia di diventare la prossima Catalogna. Servono misure strutturali urgenti per ridurre lo stress idrico del Paese, già molto elevato» è la conclusione che si evince dal documento.
«La drammatica siccità che sta colpendo la Catalogna, dove in alcune aree non piove da tre anni e oggi per sei milioni di persone si prevede il razionamento dell’acqua, dovrebbe ancora una volta ricordarci che dobbiamo uscire da un approccio emergenziale alla crisi climatica» ha dichiarato Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate.
I punti principali del Dossier
L’Italia gode storicamente di una buona disponibilità di acque: è ancora terza in Europa per disponibilità della risorsa idrica (dietro solo a Francia e Svezia).
Tuttavia, questo valore si è ridotto del 20% negli ultimi decenni: l’Italia è diventata il Paese europeo con il più alto livello di stress idrico e consuma in media il 30% della risorsa disponibile (un valore sopra il 20% è considerato indice di stress idrico elevato). Ma questo valore già oggi in alcune aree d’Italia durante il periodo estivo può arrivare a raggiungere anche l’80%.
L’acqua prelevata in Italia viene destinata per il 41% all’agricoltura, il 24% a usi civili, il 20% all‘industria e il 15% alla produzione di energia elettrica.
L’alto livello di acqua prelevata per usi civili dipende sicuramente anche dalle rilevanti perdite della rete idrica nazionale (che sono in continua crescita e hanno superato il 40%).
Dieci proposte
Il Dossier presentato raccoglie anche proposte e linee di azione per affrontare questa crisi:
- Aggiornare e rendere più incisive le misure di mitigazione e di adattamento.
- Aumentare l’impegno climatico: tagliare le emissioni nette del 58% al 2030 (rispetto al 1990) e raggiungere la neutralità climatica al 2045. Per far questo, tra le altre cose, si deve spingere sulle rinnovabili e, tra queste, sfruttare a pieno il potenziale dell’idroelettrico.
- Adottare una Legge per il Clima.
- Migliorare il livello di conoscenza delle risorse idriche in Italia, con un quadro aggiornato di tutti i settori.
- Rinnovare le infrastrutture e tagliare le perdite di rete, oggi pari al 42% del prelievo per uso civile.
- Promuovere un uso più efficiente e circolare dell’acqua in agricoltura.
- Promuovere l’uso efficiente e circolare dell’acqua nelle industrie, agevolando gli investimenti.
- Verificare gli aggiornamenti dei Piani di gestione del rischio alluvioni.
- Valorizzare soluzioni basate sulla natura: è necessario che vi siano aree o casse di espansione controllata delle piene e che i fiumi possano espandersi maggiormente nei loro corsi naturali.
- Valorizzare il ruolo delle città: possono contrastare le ondate e le isole di calore aumentando le infrastrutture verdi; possono contribuire a ridurre i rischi di alluvione, riducendo le impermeabilizzazioni di aree urbane e di parcheggi.
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