Immaginiamo di essere circa nel 50 a.C.; la Flaminia ripartiva da Spoleto nord e viaggiava su due diversi itinerari. Nel precedente articolo abbiamo visto la parte che si dirigeva verso Foligno. Oggi ci concentreremo sulla porzione di strada che, abbandonando Spoleto, si dirige verso l’Adriatico, passando per Cortaccione e il valico della Spina.
Il sito UNESCO di San Salvatore e la necropoli di San Ponziano
Appena fuori dalle mura cittadine vi è un sito di grande valore culturale. Parliamo della basilica paleocristiana di San Salvatore, sito UNESCO dal 2011 facente parte del percorso seriale: “Longobardi in Italia, i luoghi del Potere”. Si tratta di una chiesa edificata con materiali di recupero proveniente da edifici e templi romani, di una bellezza senza eguali.
La basilica è oggi chiusa al pubblico a causa dei danni subiti dal sisma nel 2016 (si può vedere l’interno grazie a un vetro posto sulla porta) e necessita di un restauro che possa finalmente ridonare questa eccezionale testimonianza storica e archeologica ai suoi cittadini e ai visitatori.
Dinanzi a San Salvatore vi è l’antichissima basilica di San Ponziano, patrono della città, sotto alla cui cripta vi dovrebbe essere una necropoli di dimensioni inimmaginabili, come ci ha raccontato il custode, che dovrebbe scendere fino alla base del pendio dove sorge la chiesa.
La tomba romana di Cortaccione: un gioiello nascosto e da valorizzare
La via Flaminia passa per Cortaccione, un piccolo paesino nella prima periferia di Spoleto. Lungo la strada, nella zona industriale dalla città, sono stati fatti ritrovamenti di tombe e lapidi, manufatti e monete. Ma il vero gioiello è la tomba romana di Cortaccione. Si tratta di un’area archeologica di inestimabile valore, che sorge a pochi passi dal piccolo paesino. Scoperto nel 1986, il sito è stato messo in sicurezza ed è tutt’ora visibile, anche se completamente da valorizzare, sia dal punto di vista dell’immagine che del marketing. Vi si trova un recinto funerario all’interno del quale si trova la camera sepolcrale a volta. Vi si trovano all’interno anche due disegni stilizzati di un cervo. Davanti alla camera è posta un’ara funeraria, mentre all’ingresso del locale vi è una fontana circolare in marmo. Il sito è in ottime condizioni e con la dovuta organizzazione potrebbe diventare meta di attrazione turistica, archeologica e culturale.
Verso il valico della Spina e la fine del viaggio
Ultima tappa del viaggio è il valico della Spina, che porta la Flaminia verso il mare Adriatico. In tutta l’area vi sono stati trovati reperti romani, a partire del minuscolo borghetto di Osteria di Reggiano: lapidi, tombe, manufatti, monete. Sopra Pianciano vi sono i resti di un antico castello, il quale dovrebbe sorgere sui resti di un avamposto romano, messo a guardia del valico, punto strategico per lo scambio di merci e uomini verso il mare. La Flaminia attraversava il valico per poi oltrepassare il confine Umbria-Marche.
Superate le montagne, la strada era aperta verso le coste dell’Adriatico. Immaginiamo di essere andati indietro nel tempo, fino a 2000 anni fa; ne abbiamo fatta di strada a piedi partendo dal valico della Somma, a Spoleto sud, fino ad arrivare a udire il dolce suono delle onde del mare.