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Bello il fiume delle api
che si forma da sé nell’aria, belle
le strette celle non fatte da mani
d’uomo, spontaneo dono per la nostra
vita. Non vuole né zappa, né bue,
né la falce ricurva; basta un piccolo
vaso dove distilla l’ape il dolce
ruscello dal minuscolo suo corpo.
Salve! E posatevi sui fiori, o voi,
pure, alate operaie dell’aereo nettare.Antifilo,
dall’Antologia Palatina (trad. Salvatore Quasimodo)
Le attenzioni nei confronti della Natura da parte di autori antichi non è certamente nuova. Ma questo breve componimento, sconosciuto ai più, risulta molto curioso e interessante, oltre che essere stimolante per la tematica di cui tratta.
Con tutto quello che oggi stanno subendo le nostre care api, risultano davvero commoventi questi versi, un vero e proprio inno a questi insetti così importanti e creativi. Con molta semplicità esse producono il miele, senza zappa o falce; posandosi di fiore in fiore. Tutto questo non è che uno spontaneo dono per la nostra vita e deve essere interesse di tutti difendere tale dono e garantire che esso continui la propria vitale esistenza.
L’Antologia Palatina è una corposa raccolta di poesie composte tra il iv secolo a.C. e il vi secolo d.C.; si tratta di composizioni brevi, amorosi, campestri o epitaffi. Celebre è divenuta la traduzione di 245 composizioni da parte del poeta Salvatore Quasimodo.
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