Sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le Disposizioni di attuazione del Regolamento UE 2016/429 in materia di: commercio, importazione, conservazione di animali della fauna selvatica ed esotica; formazione per operatori e professionisti degli animali; introduzione di nuove norme penali sul commercio illegale di specie protette. Il Regolamento Europeo risale al marzo 2016 e finalmente ha concluso ora il suo lunghissimo iter con la pubblicazione dei Decreti attuativi.
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) commenta con soddisfazione l’introduzione in Italia di una normativa che tutelerà maggiormente le specie selvatiche e la salute pubblica.
Contrasto al commercio abusivo
Il Regolamento (UE) 2016/249, oltre alla gestione delle malattie degli animali allevati a fini zootecnici, si riferisce anche a tutti gli animali terrestri, compresi gli animali da compagnia, selvatici ed esotici tenuti in cattività, potenzialmente in grado di diffondere malattie animali e zoonotiche.
La sua attuazione anche in Italia finalmente contrasterà il commercio di operatori di pochi scrupoli, legali e non, che vivono sulla pelle di mammiferi, uccelli, pesci e rettili strappati al loro habitat o allevati e costretti a una vita di cattività e spesso di abusi.
L’Italia è il quinto Paese ad aver recepito le nuove disposizioni europee. Prima l’hanno fatto Belgio, Cipro, Lussemburgo e Olanda.
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«Si tratta di un testo in linea con la recente introduzione in Costituzione della tutela degli animali e della biodiversità» commenta il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto.
«Tenere in casa serpenti, grandi felini, scorpioni, tartarughe alloctone, ragni velenosi e pipistrelli, acquistati legalmente o illegalmente, negli anni ha inoltre determinato, a causa di liberazioni o fughe, l’introduzione nei nostri territori di specie cosiddette “invasive aliene” che poi si cerca di eradicare. Sappiamo che questo è un provvedimento molto contrastato dagli operatori di un certo comparto economico, ma stavolta ha vinto il benessere e l’etica».