L’allarme per la biodiversità continua a risuonare incessantemente e questa volta ad attivarlo sono stati gli Stati Uniti. A parlare è stata la United States Fish and wildlife service (FWS), un’agenzia del dipartimento degli Interni americano che si occupa della gestione e conservazione della fauna selvatica, della pesca e degli habitat naturali. Loro hanno dichiarato estinte 23 specie, di cui 22 animali e una vegetale. Gli animali in questione sono stati tolti dalla lista di specie protette tramite l’Endagered Species Act (ESA), una legge del 1973 che punta proprio a custodire le specie maggiormente a rischio di estinzione.
Non era mai successo prima che così tante specie fossero dichiarate estinte tutte insieme in una sola volta. Non sono bastati i programmi di conservazione e tutela della biodiversità a mettere in salvo le specie che l’US Fish and Wildlife Service ha dichiarato estinte. Se le cose non cambieranno nei prossimi due mesi, attraverso la notifica di sorprendenti avvistamenti, l’agenzia del governo statunitense che si occupa della conservazione delle specie sarà costretta a ufficializzare l’estinzione.
«Mentre il cambiamento climatico e l’impoverimento delle aree naturali spingono al limite dell’estinzione sempre più specie – dice Deb Haaland, Segretario degli Interni degli Stati Uniti – è giunta l’ora di attivarsi con sforzi reali, innovativi e di collaborare per salvare la fauna e la flora americane».
Negli anni, l’introduzione dell’Endangered Species Act ha consentito anche il raggiungimento di importanti traguardi, confermando quanto l’impegno dei governi possa aiutare per la salvaguardia delle specie a rischio. Ma i numeri dimostrano che è necessario fare di più: sono ancora oltre 1600 gli animali e le piante inseriti nella lista delle specie in pericolo negli Stati Uniti.
L’impatto dell’uomo sulle specie a rischio
Come sempre, la mano dell’uomo ha tutt’ora ed ha avuto in passato un ruolo principale nel determinare l’estinzione di specie animali e vegetali che risiedono in ecosistemi già di per sé estremamente delicati.
Il depauperamento smisurato del territorio, insieme all’introduzione di specie invasive e al gigantesco impatto ambientale dei cambiamenti climatici, raffigurano infatti un enorme rischio per le specie locali e complicano le operazioni di conservazione per le organizzazioni impegnate sul territorio, tutto ciò rischia di far avvenire sempre più spesso queste riduzioni.
«Ora è il momento di mettere in pratica azioni proattive, collaborative e innovative per salvare la fauna e la flora americane» ha affermato la segretaria agli Interni Deb Haaland. Inoltre, ha aggiunto: «Continueremo a impegnarci per garantire che gli stati, le tribù, i proprietari terrieri e le agenzie federali abbiamo a disposizione tutti gli strumenti necessari per conservare la biodiversità e il patrimonio naturale degli Stati Uniti».
Quali sono le specie che si sono estinte
Gli esperti americani hanno citato alcuni esempi di specie ormai scomparse per sempre. Una specie animale ormai estinta è quella rappresentata dal picchio dal becco d’avorio, che un tempo viveva in Arkansas, considerato dai birdwatcher di tutto il mondo uno fra gli uccelli più preziosi per la sua singolare magnificenza e rarità, e ora, nonostante le continue ricerche degli ultimi anni, nessuno è riuscito a scorgerlo.
Un’altra specie animale di cui non si hanno più tracce è l’usignolo di Bachman, un uccellino dal particolare petto giallo che in passato si trovava diffuso tra gli Stati Uniti sudorientali e Cuba.
Scomparsi per sempre anche otto diversi tipi di cozze di acqua dolce, anch’esse diffuse abbondantemente nei fiumi degli Stati Uniti.
Insieme a loro, come confermato dal triste bollettino, sono sparite 10 diverse specie di uccelli, 2 di pesci, un tipo di pipistrello e una pianta della famiglia della menta.
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