Le scoperte scientifiche dei cinesi sull’etologia degli Strigiformi sono sempre più interessanti e riguardano vari aspetti della vita dei rapaci notturni, in particolare dell’allocco.
In questo caso vi parliamo dei canti dell’allocco degli Urali (Strix uralensis), che in Italia colonizza le aree forestali del Friuli Venezia Giulia e la meravigliosa Foresta del Cansiglio, sul confine con il Veneto.
Per decenni, al fine di riconoscere il singolo individuo di una comunità di uccelli, ci si è si è basati sugli anelli apposti durante specifiche sessioni di cattura e di inanellamento o su speciali targhette alari, come fatto da un team olandese sul gufo comune che permette, in questo caso, l’identificazione del soggetto con la semplice osservazione.
La ricerca sull’allocco condotta da un team cinese capitanato dall’ornitologo Bing Zhou, pubblicato quest’anno sulla prestigiosa rivista Journal of Raptor Research, ha cavalcato l’interessante opportunità di determinare le singoli individualità partendo dalla registrazione dei canti. Ha, infatti, effettuato il monitoraggio del canto territoriale in una comunità di allocchi degli Urali, nella foresta nazionale di Dagangzi nella Cina nord-orientale.
In specie come gli Strigiformi forestali il canto permette ai singoli individui di comunicare tra di loro e di avvertire eventuali intrusi della propria presenza, fatto che si rivela molto utile ai fini dell’identificazione dei singoli soggetti.
Durante la stagione riproduttiva i ricercatori cinesi hanno monitorato 15 maschi (nel 2018) e 16 maschi (nel 2019) di allocco con risultati eccezionali: oltre il 92% degli individui sono stati identificati.
Questo a riprova che la bioacustica può essere uno strumento validissimo per riconoscere il singolo individuo anche senza vederlo, solo ascoltandolo, come peraltro già dimostrato da altri studi effettuati sugli Strigiformi e altre specie di uccelli.
Ovviamente la determinazione avviene tramite un software che analizza i sonogrammi dei canti territoriali, studiando le variabili discriminanti più importanti. Tra queste ricordiamo la durata dell’intervallo tra la prima e la seconda nota, la durata dell’intervallo tra la seconda e la terza nota, la durata della terza nota e il numero di “picchi” (proiezioni verso l’alto in una nota nello spettrogramma sonoro) nella prima nota.
Oggi abbiamo la conferma anche dalla Cina che il canto quasi lugubre degli allocchi è l’equivalente sonoro dell’impronta digitale di un pollice.
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