Correvano i primi decenni del XVIII secolo, e un giovane e brillante studente di medicina era appena arrivato all’università di Uppsala, la più prestigiosa di tutta la Svezia. Il giovane si chiamava Carl Nilsson Linnaeus: il cognome era stato scelto da lui all’inizio di precedenti studi di teologia, prendendo ispirazione dal termine dialettale lind, “tiglio”, in riferimento a un grande albero in prossimità della sua casa natale.
Il giovane dimostrò da subito interesse per l’erboristeria e il mondo vegetale, e un notevole talento nella classificazione delle piante. Ben presto ottenne un posto di assistente universitario, e iniziò a compiere esplorazioni nelle campagne svedesi e in Lapponia.
Il giovane scienziato iniziò a utilizzare un sistema di sua invenzione per assegnare i nomi alle piante. Per contenere la lunghezza delle denominazioni (che ai tempi erano anche molto lunghe), Linnaeus limitò a due termini la descrizione di ogni singola specie. Era così nata la nomenclatura binomiale, che è utilizzata ancora oggi per descrivere ogni singolo organismo vivente sulla faccia della Terra.
Linnaeus invitò i suoi studenti ad adottare lo stesso sistema, che così prese piede rapidamente.
Ogni specie veniva descritta in corsivo e rigorosamente in latino, con un doppio nome. Il primo, maiuscolo, stava a indicare il genere, ossia il raggruppamento tassonomico più piccolo, mentre il secondo, minuscolo, rappresentava la specie vera e propria. Oggi il sistema è tuttora in uso, con alcune modifiche apparse nel tempo. A questa nomenclatura si possono aggiungere altri dettagli, come la sottospecie (sempre in corsivo minuscolo), l’autore e l’anno della pubblicazione. Ad esempio, il leopardo può essere indicato come Panthera pardus pardus Linnaeus, 1758.
Linnaeus divenne ben presto uno degli scienziati più noti e rispettati al mondo
Divenne professore di Botanica all’Università di Uppsala, dove scelse un gruppo di studenti particolarmente brillanti, che vennero chiamati “Apostoli”, per avventurarsi in esplorazioni in giro per il mondo alla ricerca di nuove specie di animali e piante esotiche da raccogliere, descrivere e catalogare. Molti di loro perirono nell’impresa. Con il cavalierato, Linneo assunse il nome di Carl von Linné. Il suo nome venne italianizzato in Linneo.
Nella sua carriera, Linneo diede il nome a 12000 specie di piante e animali, tutte meticolosamente raccolte e descritte nelle successive edizioni del suo celebre Systema naturae.
La sua testardaggine e la grande fiducia nelle proprie capacità, come abbiamo visto, gli crearono anche qualche antipatia negli ambienti accademici, ma lo favorirono nel portare avanti le sue idee. Il suo sistema di nomenclatura ebbe un successo enorme e diventò ben presto lo standard nell’identificazione delle specie animali e vegetali e, come abbiamo visto, è valido tuttora grazie alla sua estrema praticità.
L’eredità di Linneo non fu però limitata al sistema di nomenclatura binomiale. Per la prima volta cominciò a prendere piede un concetto di specie che non si basava solo sulle differenze tra gli organismi, ma che considerava anche le somiglianze. Questo portò alla creazione di raggruppamenti non di comodo, ma fondati sui punti in comune tra gli esseri viventi.
Con l’apporto dell’evoluzionismo, che spiegava queste somiglianze come dovute a lontane parentele tra i vari gruppi di organismi, e grazie alla genetica, che poteva studiare nel dettaglio queste consanguineità, i raggruppamenti di Linneo assunsero un significato diverso. Erano, in qualche modo, la rappresentazione dell’albero genealogico di tutte le forme di vita sulla terra, legate da livelli di parentela più o meno stretti.
Linneo è ancora oggi un personaggio iconico, una sorta di archetipo dello scienziato geniale e rivoluzionario, ma anche maniacalmente pignolo e rigoroso. Queste però sono caratteristiche fondamentali per occuparsi di una materia complessa come quella della classificazione delle specie viventi. Ad oggi, le specie a cui abbiamo dato un nome sono circa un milione e mezzo, e si ipotizza che ne esistano almeno cinque milioni, ma si tratta di stime estremamente conservative. Un buon motivo per essere molto, molto pignoli.
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