Il parrocchetto dal collare (Psittacula krameri), il pappagallo alloctono di origine tropicale, ormai diffuso in tutta Europa dove colonizza parchi e giardini soprattutto se adiacenti a centri abitati, è considerato una specie invasiva aliena e pericolosa per il nostro ecosistema. Infatti, compete attivamente per la contesa dei nidi con alcune specie autoctone.
Ma ora, una nuova ricerca dell’Università di Paris-Saclay, del Museo Nazionale di Storia Naturale di Parigi, di AgroParisTech e del CNRS, ha misurato per la prima volta gli effetti della presenza di parrocchetti del collare sull’accesso da parte di altri uccelli alle risorse alimentari.
I risultati sono stati pubblicati in Science of the Total Environment.
Il metodo dello studio
In inverno, gli uccelli devono far fronte a una diminuzione delle risorse alimentari (semi, insetti), che diventano oggetto di competizione tra gli individui e le specie. Nei centri abitati, l’aiuto dell’uomo, che mette a disposizione cibo adatto in apposite mangiatoie, aiuta gli uccelli a superare questi periodi di difficile sopravvivenza. Ma questa attività potrebbe anche favorire alcune specie non locali rilasciate intenzionalmente o involontariamente dall’uomo, come il parrocchetto dal collare.
Per meglio comprendere questi effetti, i parrocchetti dal collare vengono confrontati con specie di dimensioni equivalenti: la gazza e la tortora.
Lo studio è stato possibile grazie alle osservazioni effettuate nel corso di due inverni consecutivi dai volontari “alimentatori” che aderiscono al programma di scienza partecipativa BirdLab, un programma di Citizen Science basato su una App per studiare il comportamento degli uccelli nelle mangiatoie. Grazie a un ampio dataset, i ricercatori sono in grado di studiare finemente il comportamento delle diverse specie in relazione alle risorse alimentari.
La sorpresa
Contrariamente alle aspettative, i dati del programma scientifico partecipativo del BirdLab mostrano una competitività relativamente limitata di questa specie introdotta.
I dati dei volontari mostrano che la presenza del parrocchetto, come la gazza, non riduce il numero di specie che frequentano le mangiatoie, a differenza della tortora. Tuttavia, gli altri uccelli vi rimangono per un tempo più breve in presenza del parrocchetto (-43%) o della tortora (-33%). Questi risultati indicano, certamente, una concorrenza sulle mangiatoie con specie di piccole dimensioni (passeri, pettirossi, ecc.), ma né più né meno che con altri uccelli della stessa taglia.
Questi risultati senza precedenti contraddicono certe affermazioni allarmistiche e suggeriscono la necessità di una riflessione più approfondita sulle specie esotiche che oggi vivono negli ambienti più antropizzati.
Studi precedenti avevano evidenziato altri tipi di interazioni che coinvolgono il parrocchetto dal collare: competizione per accedere alle cavità degli alberi e difesa contro i predatori. Gli studi svolti nel corso di più anni sono, quindi, essenziali per valutare gli effetti ecologici più globali di questa specie sul suo ambiente. Durante i prossimi inverni, il BirdLab permetterà di misurare l’evoluzione di queste interazioni nel tempo e l’adattamento delle comunità locali a queste nuove specie.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com
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