Questa storia è ambientata tra le colline della Toscana, dove il tempo pare essersi fermato. In questa bucolica atmosfera sembra difficile credere che vi sia in atto una guerra senza esclusione di colpi tra gufi e pappagalli. Dapprima perché certo la Toscana non è la terra che identificheremmo come patria dei pappagalli… Sappiamo, però, che ormai da decenni in Italia si sono venute a creare comunità di specie definite aliene, ovvero capaci di colonizzare i nostri ambienti, pur appartenendo ad altri continenti. E in questo scenario non mancano i pappagalli.
È il caso del parrocchetto dal collare (Psittacula krameri), un piccolo pappagallo ormai divenuto molto comune in molte località italiane, da Nord al Centro Sud.
L’altro protagonista di questa storia è l’assiolo (Otus scops), uno dei rapaci notturni più particolari tra quelli che vivono in Italia. Infatti, oltre ad avere un canto molto caratteristico che ha ispirato poeti celebri come Pirandello, Pasolini e Pascoli, è anche l’unico tra i gufi europei a essere un migratore transahariano.
Una delle sue caratteristiche è quella di cercare anfratti naturali nei tronchi degli alberi o, saltuariamente, negli edifici per deporre le uova e dare vita alla propria nidiata. In questo, deve vedersela con l’allocco (Strix aluco) che, essendo di dimensioni maggiori, ha sempre la meglio. Nella contesa di un potenziale sito riproduttivo alla fine il piccolo assiolo deve darsi alla fuga, anche perché non è raro che gli allocchi finiscano con l’uccidere i rapaci notturni più piccoli.
Ma torniamo al parrocchetto dal collare, che molti di voi avranno visto in qualche negozio o nella gabbia di qualche amico, e che ormai da anni è divenuto una specie nidificante anche in diverse regioni italiane.
La riproduzione di una specie aliena ovviamente intacca i territori di altri uccelli e il recente studio condotto in Toscana da Emiliano Mori e dal suo team, con il coinvolgimento delle Università di Siena e di Firenze, ha evidenziato il verificarsi di un vero e proprio sfratto perpetrato dai parrocchetti ai danni degli assioli!
Il punto debole degli assioli sta proprio nel fatto che migrano; infatti, scegliendo di svernare in luoghi più caldi, tornano in Italia soltanto a marzo e aprile, quando i parrocchetti si sono già appropriati dei siti di nidificazione migliori.
Al momento questa situazione non destabilizza completamente la popolazione dei piccoli gufetti, ma è certo che gli assioli, scegliendo siti riproduttivi meno performanti, potrebbero nel medio-lungo periodo risentire di questo sfratto alieno.
La soluzione proposta dai ricercatori è di intensificare, laddove possibile, l’installazione di nidi artificiali per rapaci notturni poiché non vengono adottati dai parrocchetti e questo potrebbe riequilibrare le sorti di questo match per gli spazi.
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