Samantha, con i suoi 40 anni, è la scimpanzé più anziana del gruppo e guida una decina di esemplari verso la barca che è appena approdata sull’isola della Liberia dove sono stati abbandonati circa 66 scimpanzé, utilizzati per anni come cavie. Su di loro in Liberia, a partire dagli anni ’70 e fino a una decina di anni fa, il New York Blood Center ha effettuato test sull’Epatite B e su altre malattie infettive. Terminato il loro “servizio all’umanità”, i primati sono stati portati sull’isola ma, essendo cresciuti in cattività, dipendono dall’uomo per la loro sopravvivenza e per il cibo.
Secondo quanto denuncia la Humane Society of the United States, con sede a Washington, dallo scorso marzo il centro di ricerche ha smesso di provvedere al sostentamento di questi esemplari, di cui ora si prendono cura i volontari dell’associazione.
Quando arriva la barca di rifornimenti (zucche, riso, piantaggine e papaya) alcuni scimpanzé corrono impazienti verso il cibo, fin dentro l’acqua. Gli esemplari vivono in un affioramento di mangrovie che costituisce la Chimpanzee Island, a circa 50 chilometri a Sud Est della capitale Monrovia.
La controversia
Secondo il dottor Fatorma Bolay, direttore del Liberian Institute for Biomedical Research, “Il New York Blood Center non si è assunto le proprie responsabilità. Noi facciamo del nostro meglio”.
Sul proprio sito Internet, da parte sua, il New York Blood Center ha dichiarato che gli animali sono di proprietà del Governo Liberiano che deve curarsi del loro sostentamento: “Finora abbiamo provveduto noi su base volontaria, ma abbiamo informato con largo anticipo il Governo locale che non possiamo continuare oltre in quest’opera caritatevole”.
Questo rimpallo di responsabilità ha creato un vuoto di finanziamenti per lo staff che si occupa degli scimpanzé e ora, come ha dichiarato il volontario John Abayomi Zeonyuway, “le risorse sono limitate e cosa succederà se la Humane Society smetterà anch’essa di aiutarci? Gli scimpanzé moriranno tutti di fame”.
Mentre il Governo liberiano non sembra interessato a prendersi cura di loro, la Humane Society of the United States ha raccolto 160mila dollari in donazioni sul sito GoFundMe. “Il risultato è stato eccezionale, ma non riusciremo a sostenere a lungo questo finanziamento” ha dichiarato Kathleen Conlee, vicepresidente dell’associazione. “Il New York Blood Center deve riprendere una qualche forma di sostentamento di questi primati, sono loro che li hanno catturati e che hanno creato questa situazione terribile”.
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