La tigre cinese meridionale (Panthera tigris amoyensis) è la sottospecie di tigre a rischio critico di estinzione. Non ne vivono più di trenta esemplari in Natura, destinati, secondo gli esperti, a estinguersi entro i prossimi 10-20 anni (essa è ritenuta come una delle dieci specie animali più minacciate). Di dimensioni relativamente più ridotte rispetto a quelle delle altri tigri asiatiche, il suo habitat naturale sono le foreste della Cina meridionale. Eleganza, potenza, aggressività, agilità e bellezza sono senza dubbio alcune delle caratteristiche principali di questo splendido animale, studiato dai monaci Shaolin agli albori della nascita del Kung Fu. Monaci che mettevano a repentaglio le loro stesse vite, per studiare questo eccezionale predatore nel suo habitat naturale, mentre cacciava, combatteva con altri esemplari della stessa specie o con altri animali. Non era infrequente un contatto diretto, che portava a situazioni di estremo pericolo. Come per gli altri animali studiati dai monaci del tempio, questo è stato uno dei primi veri momenti di osservazione di una specie nel proprio habitat naturale.
I movimenti della tigre, nel Kung Fu, sono peculiari, come lo è la preparazioni fisica nell’applicarli in un contesto reale. Ce ne parla Sifu Luca Mastini, maestro presso il Centro Studi Kung Fu Spoleto: «La tigre è considerata in Cina il Re degli Animali (il leone, in Cina, non è considerato autoctono – ndr.). Essendo un animale molto potente e aggressivo, lo spirito della tigre si manifesta sull’esecuzione delle tecniche, lavorando molto sullo sviluppo della forza muscolare e il rafforzamento di ossa e tendini. Le posizioni, in questo stile, sono basse, portando il praticante a non indietreggiare, come in natura fa lo stesso animale. Le tecniche vengono eseguite in maniera molto potente, ed esse hanno un impeto molto forte quando entrano in contatto con un avversario, essendo l’aggressività uno dei caratteri predominanti di questo felino. L’artiglio della tigre, che afferra e strappa, è sicuramente la tecnica peculiare. Si tratta di uno stile molto fisico rispetto ad altri meno aggressivi, ma ha un aspetto interiore ed energetico non trascurabile. Per maturare fisicamente, il praticante deve lavorare interiormente sul qi, sviluppando un’energia dirompente. Per quanto riguarda i movimenti, la tigre è un felino agile, pertanto si lavorerà su stabilità, struttura, ma anche su elasticità e reattività. Protezione e attacco si fondono; la parata può fungere anche come arma offensiva. Sicuramente è uno degli stili più affascinanti dello Shaolin».
Nel prossimo articolo andremo a scoprire lo stile del serpente e i suoi segreti. Un animale intrigante e dalle molte sfaccettature, che ha portato i monaci Shaolin a dare un’altra interpretazione a un animale eccezionale, ambiguo e misterioso.
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