I cambiamenti climatici e ambientali prodotti direttamente e indirettamente dalle attività umane sono davanti agli occhi di tutti, per questo motivo sempre di più gli studiosi cercano di capire quali possono essere le influenze sulla fauna.
Alexander Roulin è un ricercatore svizzero che in pochi anni ha rivoluzionato le conoscenze sull’ecologia ed etologia dei barbagianni grazie a innumerevoli studi e ricerche che hanno fornito nuove letture sulle sue abitudini.
Roulin, ad esempio, ha studiato e monitorato su scala europea il cambiamento della dieta di questo rapace notturno, dimostrando che, dal 1860 ad oggi, la loro dieta è drasticamente mutata, divenendo sempre più stenofaga, e quindi sempre meno varia, con una forte predilezione per i micromammiferi.
La predisposizione del barbagianni a catturare roditori è nota da sempre, ma gli studi di Roulin pubblicati poche settimane fa hanno dimostrato che questi rapaci non cacciano più come prima né gli uccelli e nemmeno i pipistrelli, registrando anche una forte regressione nella selezione di prede all’interno del mondo degli invertebrati e insetti in particolare. E come vedremo non è una buona notizia!
Gli insetti, su oltre 3 milioni di prede valutate nello studio, sono stati meno di 10 mila e la sorpresa è stata che tra essi non vi erano cicale, dimostrando che il canto di questi insetti non costituisce un attrattivo per i barbagianni, come avviene invece per gli assioli e le civette.
I ricercatori svizzeri hanno ipotizzato che i cambiamenti dell’ambiente, l’uso degli insetticidi e il riscaldamento del globo siano i responsabili di questo cambiamento della dieta del barbagianni e della selezione delle prede.
Gli insetti sono ricchi di proteine e di grassi insaturi e carotenoidi, e quindi una dieta con meno insetti può influenzare la salute dei nostri amati barbagianni che hanno meno difese immunitarie.
La natura ci sta inviando dei segnali, forse è il caso di porre rimedio prima che sia troppo tardi!