Per la prima volta, una spedizione ha esplorato il canyon di Perth, incisione che si trova nel margine continentale australiano, mappando un’area di 4mila chilometri quadrati.
L’impresa è stata compiuta da un gruppo di ricercatori internazionali, tra i quali un team scientifico dell’Istituto di Scienze Marine del Consiglio nazionale delle ricerche (Ismar-Cnr) di Bologna. L’esplorazione ha permesso di individuare presenze di coralli marini e sub fossili.
“Abbiamo trovato il corallo solitario di profondità Desmophyllum dianthus– ha spiegato Marco Taviani dell’Ismar-Cnr – si tratta di un ritrovamento significativo perché, essendo questa specie diffusa anche nel Mediterraneo, permetterà di comprendere meglio la distribuzione geografica della fauna delle grandi profondità marine”.
L’analisi in laboratorio degli individui di Desmophyllum fornirà, inoltre, importanti dati sull’evoluzione climatica degli oceani, dal momento che gli scheletri calcarei di questi coralli sono autentici archivi della storia del mare. Paolo Montagna, dell’Ismar-Cnr, ha aggiunto: “Questi coralli sono rivelatori delle variazioni della temperatura e della fertilità dei mari e sono in grado di fornire indicazioni utili sui possibili scenari del riscaldamento globale e sull’acidificazione delle acque marine”.
Oltre ai coralli solitari sono stati trovati cespugli di corallo rosso, specie diversa da quella presente nel Mediterraneo, piccole scogliere viventi e subfossili di coralli coloniali. “La datazione dei coralli fossili permetterà di comprendere meglio la storia evolutiva delle scogliere coralline, uno dei più diffusi ecosistemi dell’intero pianeta”, ha concluso Montagna.
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