La fine dell’inverno è il momento magico per osservare grandi concentrazioni di anatre. In questo periodo, infatti, molti di questi uccelli, giunti da Nord in autunno, si preparano a partire dopo aver svernato nelle zone umide più accoglienti e miti del nostro Paese. Il moriglione (Aythya ferina) è una di queste. Originario delle steppe del Nord, si è progressivamente spinto in aree temperate a partire dal dopoguerra. Pare che il motivo sia il prosciugamento o la distruzione di molte aree umide dell’Asia Centrale e dell’Europa Orientale. Predilige piccoli laghi, stagni e canali ma si trova bene anche nelle zone umide costiere come le nostre, in cui trova materiale vegetale e piccoli organismi di cui si ciba. È un nuotatore e un volatore di gran livello, mentre in decollo – bisogna dirlo – risulta un po’ meno brillante.
Stime risalenti alla fine degli anni Settanta parlano di 30.000 individui svernanti nell’area del Delta del Po, tra Emilia Romagna e Veneto, ma oggi il numero è senz’altro inferiore. I primi arrivi avvengono in settembre e la migrazione di ritorno, verso l’Europa centrale e orientale, inizia alla fine di gennaio e prosegue durante tutto febbraio. Qualche decina di coppie dell’area emiliana-romagnola rimangono tutto l’anno, nidificando tra le sponde dei canali. Si tratta di solito di specchi d’acqua densi di vegetazione acquatica, talvolta con piccole isole. E siccome questi ambienti non sono così comuni, in quelli più adatti si osserva un certo affollamento, con diverse coppie a stretto contatto.
Dove e quando Nelle valli più tranquille del Delta del Po, ma anche negli stagni attorno a Cagliari. In inverno si possono vedere grandi assembramenti. Una piccola quantità rimane in Italia per nidificare nella buona stagione.
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