Mondovì è una cittadina piemontese adiacente alle Langhe, in provincia di Cuneo, dal nome noto, ma non particolarmente famosa. Non è uno di quei luoghi che si devono vedere a tutti i costi nella vita. Invece, la realtà supera di gran lunga le aspettative.
La città si compone di vari rioni. Il nucleo storico, che prende il nome di Rione Piazza, è stato costruito su di una collina, a 559 metri di quota, denominata Monte Regale, da cui deriva la definizione “Monregalesi” per indicare gli abitanti di Mondovì.
Gli altri rioni sono più in basso e sono collegati a quello posto in alto da una storica funivia. Costruita nel 1880, funzionava a contrappeso d’acqua e dal 2006 è stata elettrificata.
La città fu fondata nel 1198 dai profughi scampati dalla distruzione della città di Bredolo. Due anni più tardi, fu occupata dal vescovo di Asti e quindi distrutta dagli astigiani nel 1231. Ricostruita l’anno dopo, passò quasi un secolo tra periodi d’indipendenza alternati alla dominazione angioina di Carlo D’Angiò e quella da parte di Asti.
Dal 1300 al 1400 fu sottomessa a varie signorie: gli Angioini, i Visconti, i marchesi del Monferrato, gli Acaja e infine, dal 1418, i Savoia. Sotto questa dinastia, Mondovì crebbe d’importanza, fino a risultare, nel 1500, la città più popolosa del Piemonte.
Seguì un periodo di rivolte locali, contro la gestione dei Savoia, con conseguente smembramento del suo territorio in vari comuni, che sfociò in una crisi economica e all’inevitabile decadimento. Nel 1796 fu occupata da Napoleone Bonaparte e rimase sottomessa ai francesi fino alla restituzione ai Savoia nell’anno 1814.
Il Rione Piazza
Il centro storico è occupato dalla Piazza Maggiore: mirabile composizione di artistiche geometrie. Di forma rettangolare è in pendenza, per seguire l’andamento della collina. Per ovviare parzialmente al dislivello esistente è attraversata da una scalinata. Vi si affacciano antichi palazzi di epoche diverse, molti affrescati o recanti gli stemmi della città. Tra tutti risalta la casa dei Bressani, risalente al XIII secolo, in stile gotico.
Al lato opposto della Piazza, fa bella mostra di sé la facciata barocca della Chiesa della Missione, voluta dai Gesuiti nel 1679. Al suo interno, in gran parte riccamente decorato, si possono ammirare gli affreschi dall’artista monregalese Andrea Pozzo.
Parzialmente nascosta dai palazzi della Piazza, s’intravede la sagoma della Cattedrale di San Donato, la Chiesa più importante di Mondovì. Fu ricostruita a partire dall’anno 1744 su disegno dell’architetto monregalese Filippo Gallo. Imponente la facciata in ardesia dalle forme barocche, con la statua di San Donato che domina dall’alto. L’interno è particolarmente sfarzoso e ricco di opere d’arte.
Proseguendo dietro al Duomo si arriva alla trecentesca Torre dei Bressani con i suoi 29 metri d’altezza. Particolarità di questa torre, come di altri campanili della zona, sono le dimensioni dei quattro quadranti dell’orologio: incredibilmente grandi e con una sola lancetta lunga due metri. All’interno della torre e nel giardino circostante si è dato vita al “Parco del Tempo”, con varie tipologie di orologi da campanile e diversi orologi solari.
Affacciandosi al belvedere, la vista spazia dapprima sugli altri rioni della città, poi verso le Langhe, fino ad abbracciare, nelle giornate limpide, una buona porzione di arco alpino occidentale e la pianura.
Considerata la città delle Mongolfiere, Mondovì è nota, infine, per il museo civico della Stampa, con la più importante raccolta tipografica d’Italia, e per il museo della Ceramica vecchia.
La riserva naturale Crava Morozzo
La visita a Mondovì può essere l’occasione per conoscere la Riserva Naturale Crava Morozzo. La riserva si estende per 290 ettari e presenta una piacevole alternanza di ambienti coltivati e naturali all’interno dei quali si trovano i due bacini artificiali di Crava e di Morozzo, luogo di sosta per numerose specie di uccelli migratori e di nidificazione per le molte stanziali. Sono state censite circa centocinquanta specie, di cui una sessantina nidificanti.
Nei pressi dei due laghetti sono presenti punti di osservazione per il birdwatching e un capanno sommerso che permette di osservare le specie acquatiche.
Tra le presenze regolari ci sono quelle di germani reali, folaghe, tuffetti e cormorani a cui perodicamente si aggiungono quelle di moriglioni, marzaiole, mestoloni, alzavole, codoni, aironi rossi e cenerini, nitticore e cavalieri d’Italia, mignattini e falchi di palude.
Il centro visite, gestito dalla Lipu, consente di reperire informazioni utili alla visita.
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