Molti animali di piccole dimensioni hanno sviluppato una tecnica sicuramente vincente di sopravvivenza: producono una prole molto numerosa, ma se ne disinteressano del tutto, visto che il numero di figli generato è talmente alto che almeno alcuni di loro riusciranno a sopravvivere fino all’età riproduttiva. Ma in un ambiente ostile come quello delle grotte, dove tutto quello che è organico è soggetto alle avances di molti predatori, conviene avere più attenzioni per le future generazioni.
Questa femmina di Speleomantes strinatii, un anfibio legato soprattutto agli ambienti di grotta, accudisce le sue poche uova per tutta la durata dell’incubazione, che può durare anche nove o dieci mesi! Per tutto questo tempo essa provvede a proteggerle dall’attacco dei predatori e dall’attacco di muffe e batteri. Ma la cosa più sorprendente, recentemente scoperta da alcuni ricercatori italiani, è che i piccoli di geotritone nati restano per parecchio tempo con la madre, tornando sul suo dorso dopo ogni giro esplorativo nei giorni successivi alla nascita. Un adattamento davvero sorprendente, che assicura la maggiore sopravvivenza possibile della poca prole prodotta in una stagione.
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