Sin dalla scoperta dei famosi canali di Marte, dovuta all’astronomo italiano Giovanni Schiapparelli verso la fine del XIX secolo, si è sempre cercata la presenza di acqua liquida sulla superficie del pianeta rosso. Oggi vi è la certezza che in effetti su Marte, oltre all’acqua congelata dei suoi poli, vi è stata e forse esiste ancora acqua liquida.
La solita NASA, dopo un lungo lavoro di analisi forniti negli anni da vari satelliti e in particolare dal Mars Reconnaissance Orbiter, ha infatti trovato le prove addirittura in 3D dell’esistenza, nei pressi dell’Hale Crater, di letti fluviali lunghi diverse centinaia in cui sarebbe scorsa acqua salata. Di probabile provenienza da ghiacciai sotterranei tali rivoli si formerebbero soprattutto durante l’estate marziana, sparendo in inverno.
Questa scoperta è stata realizzata non osservando direttamente l’acqua liquida, bensì con spettroscopi impiegati per analizzare, su diverse lunghezze d’onda, le «firme» lasciate da una serie di specifici minerali, i perclorati. Si tratta di «sali idrati» che si manifestano appunto solo in presenza di acqua. Quindi in segno indiretto di presenza, proprio come le tracce di un animale, che però ne confermano l’esistenza. Un’acqua la cui presenza comunque risalirebbe in ogni caso al passato, seppur magari relativamente recente, in quanto su Marte con un’atmosfera così sottile e a quelle temperature non può esistere acqua liquida, se non per pochi minuti, per poi subito evaporare.
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