Nel PNRR è previsto un progetto di rinaturazione del Po, che stanzia 357 milioni per ripristinare questa importante fascia fluviale, fatta di boschi ripariali e lanche. Negli ultimi decenni, quest’area è stata erosa ed espropriata al fiume contribuendo alla sua canalizzazione, all’abbassamento dell’alveo, all’aumento del rischio idrogeologico, alla drastica perdita di habitat naturali e di biodiversità e alla riduzione di importanti servizi ecosistemici.
Il progetto di rinaturazione del Po viene, però, in questi giorni attaccato da alcune associazioni agricole, le quali sostengono che con questo progetto si «vuole annullare in un sol colpo anni di sforzi tesi al rafforzamento e allo sviluppo della pioppicoltura in Italia. Revoca di concessioni in atto ed esproprio di aree a pioppeto in proprietà o in gestione per più di 7.000 ettari lungo il fiume Po».
In realtà, sono coinvolti solo 200 ettari per espropri o revoca delle concessioni e non 7.000, prevalentemente nelle aree prospicenti al fiume (fascia A), ovvero la fascia di deflusso della piena che è da restituire alle dinamiche morfologiche tipiche dell’alveo, come previsto dal Programma generale di gestione dei sedimenti (2009) dell’Autorità di Bacino del Po.
Difendere il progetto di rinaturazione del Po
Il WWF, che insieme ad ANEPLA di Confindustria, è stato il promotore del progetto, ritiene fondamentale che tutti i 56 interventi previsti lungo l’asta del Po vengano realizzati entro il 2026.
Un progetto che è stato elogiato anche da Ursula Von Der Leyen, Presidente della Commissione europea, durante la sua visita alle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna perché contribuisce e rendere il territorio più sicuro e a salvare vite umane.
Si tratta di un’occasione unica per promuovere azioni concrete di adattamento al cambiamento climatico, ripristinando i servizi ecosistemici del fiume:
- recupero della capacità autodepurativa fornito dalle riforestazioni e dal ripristino delle zone umide
- assorbimento di carbonio favorito dal ripristino della fascia naturale
- miglioramento della regolazione del ciclo idrologico migliorando la laminazione delle piene e la protezione delle sponde dall’erosione.
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