“La posta in gioco è troppo importante per potersi accontentare di un accordo al ribasso”. Ha esordito così Laurent Fabius, ministro degli Esteri francese e Presidente della conferenza durante la giornata che di fatto ha aperto i lavori della COP21.
L’obiettivo, di fatto, resta sempre quello: limitare di due gradi il riscaldamento globale rispetto al periodo pre industriale. Un accordo che, secondo il Presidente della COP21: “È alla nostra portata, ma non scontato”. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha sottolineato, invece, come la riduzione dell’innalzamento delle temperature sia fondamentale per mantenere la pace e la sicurezza internazionale.
Le voci della prima giornata
Attesissimo il discorso del presidente degli Stati Uniti Barack Obama. “Possiamo cambiare il futuro qui e adesso”, ha spiegato, aggiungendo poi come gli Stati Uniti siano ben consci delle problematiche da loro stessi create in materia di inquinamento ambientale: “Sono venuto di persona come rappresentante della prima economia mondiale e del secondo inquinatore per dire che noi, Stati Uniti, non solo riconosciamo il nostro ruolo nell’aver creato il problema ma che ci assumiamo anche la responsabilità di fare qualcosa in proposito”.
La Germania, per voce del Cancelliere Angela Merkel, ha fatto sapere che entro il 2020 punta a raddoppiare i suoi finanziamenti pubblici per le energie rinnovabili.
Secondo il Premier russo Vladimir Putin, l’accordo ideale che dovrà essere firmato a Parigi deve rappresentare un ideale prolungamento del trattato siglato a Kyoto nel 1997. ” La Russia è stata fra i primi al mondo a ridurre i consumi energetici e ridurre in modo considerevole le emissioni di gas a effetto serra – ha dichiarato Putin -. Al contempo, siamo riusciti anche ad incrementare il nostro Pil”.
Da India e Francia c’è l’intento di aumentare i finanziamenti per l’energia solare. Tuttavia, la grande potenza emergente del continente asiatico si è già detta restia all’idea di abbandonare il carbone.
Le parole del Premier Renzi
L’Italia la sua parte la sta già facendo, così come dichiarato dal Primo Ministro Matteo Renzi: “Siamo tra i paesi leader nella ricerca con scienziati di altissimo livello. Siamo tra i protagonisti della Green economy (biomasse, solare, geotermia). Abbiamo ridotto le emissioni del 23% negli ultimi 20 anni. Sull’efficienza energetica, con i contatori intelligenti, puntiamo alla leadership mondiale. Dunque, noi facciamo la nostra parte. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che abbiamo bisogno di un accordo internazionale, altrimenti tutto sarà inutile. Siamo a Parigi per trovare un compromesso alto. Il mondo di oggi e di domani guarda a Parigi. L’Italia non si tira indietro”. Renzi ha poi sottolinato come il nostro Paese punti ad avere un ruolo di primissimo piano. “C’è una sfida che riguarda tutti noi, i nostri figli e i nostri nipoti: il futuro del pianeta. Senza allarmismi inutili, ma dobbiamo prendere atto che siamo ad un bivio. L’Italia vuole stare tra i protagonisti della lotta all’egoismo, dalla parte di chi sceglie valori non negoziabili come la difesa della nostra madre Terra. Quattro miliardi di dollari da qui al 2020, lo sforzo delle istituzioni e delle aziende a cominciare da Eni e Enel, un grande investimento educativo per le nuove generazioni”.
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