Dagli anni ’80 a oggi gli elasmobranchi – squali e razze – hanno subito un forte rischio di estinzione. La minaccia nel Mediterraneo è causata in gran parte dalla pesca accidentale, praticata con attrezzature quali reti a strascico e palangari.
Secondo le analisi, infatti, l’88% dei pescatori intervistati nel 2018 dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli pescherebbe regolarmente esemplari di squali, per il 75% ancora vivi.
Oggi secondo l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUNC), oltre il 30% delle specie di elasmobranchi è a rischio, in particolare 39 delle 73 specie vive nel Mediterraneo.
Circa 42.000 tonnellate di squalo smeriglio (Lamna nasus), mako (Isurus oxyrinchus) e squalo volpe (Alopia spp) vengono pescati ogni anno da paesi membri dell’ UE, mentre tra le specie più a rischio nelle profondità si trovano il centroforo (Centrophorus) e lo squalo zigrino (Dalatiaslicha)
L’Unione Europea da anni si pone l’obbiettivo di ridurre le catture accidentali e la mortalità delle specie di pesci cartilageni con l’iniziativa Action Plan per la Conservazione e la Gestione degli Squali del Regolamento del consiglio 2017/27. Gli obbiettivi sono però lontani dall’essere raggiunti.
La diretta di Elife
Per sensibilizzare su questa emergenza, Elife, un progetto internazionale cofinanziato dall’UE attraverso lo strumento finanziario Life, organizza, in ricorrenza della Giornata mondiale degli squali, un webminar aperto al pubblico.
L’evento verrà trasmesso in diretta il 14 luglio alle ore 11 sulla pagina Facebook di Elife. Interverranno al webinar Massimiliano Bottaro, coordinatore del progetto e ricercatore della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Giulia Visconti dell’Area Marina Protetta delle Isole Pelagie, Paolo Pelusi di Consorzio Mediterraneo, e, in qualità di mediatrice, Ilenia De Rosa, giornalista de Il Mattino.
Un progetto per gli squali
Elife si occupa della protezione di diverse specie di squali nel Mediterraneo non solo attraverso la promozione di attrezzature da pesca a basso impatto, ma anche svolgendo un importante scopo divulgativo e scientifico.
Il progetto prevede infatti attività e laboratori nelle scuole a cura di Legambiente, iniziative di edutainment e mostre nelle aree coinvolte, come l’Acquario di Genova e quello di Cattolica.
Oltre alla sensibilizzazione dei giovani e del grande pubblico, azioni di formazione verranno rivolte anche ai pescatori, al fine di promuovere attrezzi alternativi, in grado di ridurre del 30% le catture accidentali.
Un ulteriore obbiettivo è quello di ridurre del 50% la mortalità totale degli esemplari attraverso un minore impatto antropico.
Infine, Elife ha uno scopo scientifico che prevede una sistematica raccolta dei dati e l’utilizzo di segnalatori satellitari per monitorare costantemente la situzione.
«Gli squali sono stati troppo spesso presentati sui grandi schermi come animali pericolosi o addirittura mostri – afferma Massimiliano Bottaro, coordinatore del Progetto Elife – predatori importantissimi che contribuiscono a mantenere l’equilibrio negli Oceani. Diffondere una corretta informazione su queste specie, sui reali pericoli che minacciano la loro sopravvivenza e presentare alcune soluzioni che possano concretamente contribuire alla loro conservazione è all’interno del progetto Elife una delle azioni per raggiungere una maggiore consapevolezza del problema e progettare sistemi di gestione degli ambienti naturali che sappiano coinvolgere i pescatori, il mondo della scuola, la cittadinanza».
Le specie più a rischio
Non tutte le specie di squali hanno le stesse priorità, per alcune specie, infatti, l’obbiettivo di riduzione di cattura sale al 50% come per lo squalo elefante delle coste della Sardegna settentrionale, o addirittura del 100% nel caso dello squalo grigio dell’Isolotto di Lampione.
Le specie più a in particolare rischio sono: lo spinarolo (Squalus acanthias), lo squalo smeriglio (Lamna nasus), lo squalo volpe (Alopia spp), lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus), lo squalo elefante (Cethorinus maximus), lo squalo zigrino (Dalatiaslicha), il palombo (Mustelus spp), la verdesca (Prionace glauca) e il mako (Isurus oxyrinchus).
Il progetto LIFE ELIFE ha una durata di 5 anni e un budget di 3,3 milioni di Euro, di cui 2 cofinanziati dalla Commissione Europea.
I partner coinvolgono Italia, Grecia e Cipro e sono in tutto 10: la Stazione Zoologica Anton Dohrn, coordinatrice del progetto, le aree marine protette delle Isole Pelagee e di Tavolara Punta Coda Cavallo, Costa Edutainment con gli acquari di Genova e di Cattolica, il Consorzio Mediterraneo, Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Legambiente, Marine & Envriormental Research, Lab, Agowatt e l’Università degli Studi di Padova.
Le azioni dimostrative si svolgeranno in diverse marinerie, come Chioggia, Gallipoli, Lampedusa, Cirò Marina/Porto Cesareo, Nord Sardegna, Marsala, Mazara del Vallo, Lampedusa ed in alcuni siti a Cipro e in Grecia.
Ulteriori informazioni e iniziative sono disponibili sul sito del progetto.