Anche i gufi hanno un momento celebrativo a loro dedicato: la Giornata mondiale del gufo. Ad annunciarlo è il Gruppo Italiano Civette, l’unica associazione italiana che si occupa di salvaguardia e divulgazione degli Strigiformi.
Oggi 4 agosto è la Giornata Mondiale del Gufo
Un momento speciale per celebrare l’immagine dei rapaci notturni, rivalutarla agli occhi di coloro che li dipingono come animali nefasti, ma soprattutto per parlare di conservazione di questi predatori notturni.
In questo scenario, la loro diffusione in Natura si può ritenere, a livello scientifico, un valido bioindicatore ambientale, avvallando la loro importanza in termini conservazionistici.
Nel mondo ci sono 268 specie diverse di Strigiformi; di queste, almeno una cinquantina di specie sono in forte e marcato decremento demografico, con cinque specie inserite nella Lista rossa degli uccelli con uno status ritenuto “critico” e popolazioni davvero esigue.
Il rapace che unisce i popoli
Uno degli strumenti migliori per salvaguardare i rapaci notturni in tutto il mondo è quello di ricorrere all’uso dei nidi artificiali, che possono davvero invertire le tendenze negative di alcune specie.
Il miglior modello da seguire lo ha proposto il Professor Motti Charter, che lavora presso lo Shamir research Institute dell’Università di Haifa, in Israele, che ha realizzato un progetto meraviglioso, facendo installare centinaia di nidi artificiali per barbagianni in Israele, Palestina e Giordania (facendo collaborare, grazie ai rapaci, popoli che hanno visioni politiche e religiose diverse).
Il suo progetto permette ai barbagianni di agire sul controllo diretto dei roditori che danneggiano le coltivazioni agricole.
Abbiamo realizzato in esclusiva per rivistanatura.com un’intervista al professore e amico personale Motti Charter.
In occasione della Giornata mondiale sui gufi, volevo chiederti quali sono i principali problemi in termini di conservazione dei rapaci notturni su scala globale.
«Buongiorno Marco, posso dirti che la situazione a livello globale vede diverse emergenze sul futuro degli Strigiformi e mostra sempre una correlazione diretta all’uomo. Le principali minacce sono certamente la forte e inarrestabile contrazione degli habitat, la persecuzione diretta (per esempio, il traffico illegale dei rapaci), il bracconaggio e l’uso dei pesticidi negli ambienti agricoli, elemento quest’ultimo che mi coinvolge con i miei progetti di installazione di nidi artificiali».
Com’è la situazione dei rapaci notturni in Israele? Quali specie stanno meglio a livello demografico? E quali sono i più a rischio?
«In Israele al momento la situazione migliore è quella vissuta dai Barbagianni ed è un trend che seguo con attenzione con i mie i studi specifici. Probabilmente proprio in Israele si raggiungono le densità di popolazione più elevate.
A livello globale, le situazioni demografiche più preoccupanti riguardano alcune specie di civette e assioli in areali tropicali».
In Israele sei riuscito a creare un modello fantastico, che prevede l’installazione di nidi artificiali per barbagianni con un’ottima relazione con gli agricoltori. Pensi che possa essere esportato in tutto il mondo?
«Penso che potrebbe essere riprodotto, ma questo potrebbe essere complicato a causa delle differenze culturali tra le diverse popolazioni e le pratiche agricole. Gli agricoltori israeliani acquistano da soli tutti i nidi usando i propri soldi. Non sono sicuro che questo modello possa essere riprodotto: in molti altri Paesi, gli agricoltori forse non farebbero lo stesso».
Qual è la minaccia più grave per i rapaci notturni nel tuo Paese oggi?
«Vedo una duplice minaccia: da un lato, la perdita degli habitat; nel contempo la popolazione aumenta e con essa la pressione antropica sta crescendo troppo».
Quanto ritieni importante che il web sia uno strumento popolare per difendere il futuro dei gufi?
«Il mondo di oggi è fortemente influenzato dal Web e dai social media, per questo riconosco in questo aspetto una notevole rilevanza, specie se coloro che si occupano di rapaci notturni sapranno usarli in modo corretto per una divulgazione etica».
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