Cosa finisce all’interno dei serbatoi delle nostre auto quando facciamo rifornimento al distributore?
In pochi forse ne sono a conoscenza, ma in Italia, nel 95% del gasolio venduto c’è anche una percentuale variabile di olio di palma, l’olio vegetale notoriamente responsabile della deforestazione delle foreste equatoriali e della riduzione di biodiversità.
Un danno immenso per gli ecosistemi
Nonostante la consapevolezza dei consumatori per quanto riguarda la presenza di olio di palma negli alimenti stia aumentando, spesso gli automobilisti sono ignari di finanziare attraverso un altro canale la distruzione degli ecosistemi indonesiani.
«L’olio di palma rappresenta una minaccia per la conservazione della biodiversità – spiega Legambiente, che ha anche lanciato una petizione per chiedere che questo ingrediente non venga più utilizzato nelle miscele del gasolio italiano –. È stato calcolato che ogni giorno muoiono in media 25 oranghi: questi animali non hanno più di che nutrirsi e quando si avvicinano ai frutti delle palme vengono uccisi».
Legambiente ha anche inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, al Ministro dei Trasporti Paola De Micheli e al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli per chiedere di vietare una volta per tutte l’impiego di olio di palma nei carburanti.
La Francia batte tutti sul tempo
Anche la Commissione Europea si era espressa contro l’uso di olio di palma nelle miscele di biodiesel.
La Commissione, infatti, aveva chiesto che la percentuale di olio fosse diminuita entro il 2023.
La Francia ha però battuto tutti sui tempi: il Parlamento francese ha rimosso gli incentivi fiscali per i biocarburanti di olio di palma a partire dal 2020, come parte della sua Manovra Finanziaria varata per l’anno 2019.
riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com